La Fiorentina aggancia l’Inter, il Napoli resta indietro

Inter's Gary Medel (C) jubilates with his teammates after scoring the goal during the Italian Serie A soccer match FC Inter vs AS Roma at Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 31 October 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
Inter's Gary Medel (C) jubilates with his teammates after scoring the goal during the Italian Serie A soccer match FC Inter vs AS Roma at Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 31 October 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
Inter’s Gary Medel (C) jubilates with his teammates after scoring the goal during the Italian Serie A soccer match FC Inter vs AS Roma at Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 31 October 2015.
ANSA/MATTEO BAZZI

ROMA. – Improvvisamente, lo 0-0. Dimenticato o quasi dalle prime dieci giornate di campionato, il pareggio senza reti si riaffaccia alla grande ribalta della serie A. Tre delle quattro partite delle 15 finiscono così, e il pari bianco che fa più rumore è quello del Napoli in casa del Genoa. Perché la Fiorentina che strapazza il Frosinone e fa esultare in tribuna Renzi aggancia in testa l’Inter, che ieri aveva battuto la Roma superandola; Sarri invece no.

Perin para molto, Higuain non trova il suo solito guizzo: in sintesi è tutto qui il pareggio del Ferraris tra Genoa e Napoli, una partita dai ritmi molto alti dove fino all’ultimo secondo tutto poteva succedere. Sarri in principio sceglie Mertens per il ribelle Insigne, Gasperini perde in corsa Munoz e Dzemaili ma agli attacchi in massa del Napoli risponde con corsa incessante e concentrazione massima. Gli ingressi di Insigne e Gabbiadini non cambiano il risultato, e alla fine festeggiano i rossoblù. Il Napoli interrompe la serie di cinque vittorie, non quella di bel gioco.

Chi riprende definitivamente la corsa è la Fiorentina. Travolge il Frosinone 4-1, quattro gol tutti nel primo tempo e in venti minuti, tra 24′ e 44′. “Ora tornate a salutare la capolista”, esulta Renzi in tribuna al fianco di Andrea Della Valle, e con lui tutta Firenze. La grande paura, quella nata dalle tre sconfitte in una settimana, può essere passata. Lo scudetto della Fiorentina, precisa Sousa, è creare una cultura vincente.

La stessa che si gode Mancini: la sua Inter operaia ha vinto la sfida dell’asse Milano-Roma, con la cattiveria che ora Garcia chiede alla sua squadra in chiave Champions e non solo.

Il campionato è comunque apertissimo, come dimostrano sorpassi e controsorpassi in testa. Un padrone vero, unico, al momento non c’è. Anche per questo la Juve risollevata dal derby si tuffa in Europa per chiudere i conti qualificazione in anticipo, martedì in casa del Borussia Moenchengladbach, e poi riversare tutte le energie in campionato. Alla ricerca di una rimonta tutta da vivere.

Dietro il gruppone di testa, il Sassuolo non va oltre lo 0-0 in casa dell’Udinese: a 18 punti rischia il sorpasso della Lazio, stasera impegnata in casa col Milan. Di diverso valore lo 0-0 tra Carpi e Verona, le ultime del campionato: gli emiliani non fanno il salto, sfiorando la vittoria, i veneti non precipitano, rischiando moltissimo.

Unica partita del pomeriggio con gol, e tanti, è quella di Bologna. Donadoni appena arrivato sulla panchina di Delio Rossi fa da ‘porta fortuna’: 3-0 all’Atalanta, Destro ritrova il gol, la squadra la fiducia di poter essere all’altezza della serie A appena ritrovata. Per completare il quadro della classifica, c’è però da aspettare domani: Chievo-Samp e Palermo-Empoli posticipano.

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