Aereo Sinai: esperti, bomba ipotesi più probabile

In this photo made available Monday, Nov. 2, 2015, and provided by Russian Emergency Situations Ministry, Egyptian Military on cars approach a plane's tail at the wreckage of a passenger jet bound for St. Petersburg in Russia that crashed in Hassana, Egypt, on Sunday, Nov. 1, 2015. The Russian cargo plane on Monday brought the first bodies of Russian victims killed in a plane crash in Egypt home to St. Petersburg, a city awash in grief for its missing residents. (Maxim Grigoriev/Russian Ministry for Emergency Situations via AP)
In this photo made available Monday, Nov. 2, 2015, and provided by Russian Emergency Situations Ministry, Egyptian Military on cars approach a plane's tail at the wreckage of a passenger jet bound for St. Petersburg in Russia that crashed in Hassana, Egypt, on Sunday, Nov. 1, 2015. The Russian cargo plane on Monday brought the first bodies of Russian victims killed in a plane crash in Egypt home to St. Petersburg, a city awash in grief for its missing residents. (Maxim Grigoriev/Russian Ministry for Emergency Situations via AP)
In this photo made available Monday, Nov. 2, 2015, and provided by Russian Emergency Situations Ministry, Egyptian Military on cars approach a plane’s tail at the wreckage of a passenger jet bound for St. Petersburg in Russia that crashed in Hassana, Egypt, on Sunday, Nov. 1, 2015. The Russian cargo plane on Monday brought the first bodies of Russian victims killed in a plane crash in Egypt home to St. Petersburg, a city awash in grief for its missing residents. (Maxim Grigoriev/Russian Ministry for Emergency Situations via AP)

ROMA. – Un’esplosione avvenuta all’interno, come quella di una bomba, potrebbe essere la più probabile causa del disastro dell’Airbus A321-200 della compagnia russa Kogalymavia, precipitato in Egitto sabato 31 ottobre. E’ questa al momento l’opinione prevalente tra esperti di aviazione e sicurezza del volo, compresi quelli riuniti a Miami, nell’International Air Safety Summit (Iass 2015) organizzato dalla Flight Safety Foundation.

”C’è molta prudenza nell’esprimersi sulle cause del disastro dell’Airbus A321-200 perchè un’esplosione in volo dovuta a problemi tecnici è un evento altamente improbabile”, osserva da Miami il direttore centrale del coordinamento degli aeroporti dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), Giuseppe Daniele Carrabba.

”Anche una decompressione esplosiva dovuta ad un cedimento strutturale non porta comunque alla distruzione immediata dell’aereo”, ha aggiunto.

Tra le ipotesi più fondate c’è invece quella di ”un’esplosione avvenuta all’interno”. Una posizione condivisa da un altro esperto di sicurezza del volo, secondo il quale ”ad eccezione di una bomba a bordo, non ci sono altre cause note per cui un aereo possa spaccarsi in due in volo”.

Dagli anni ’80 l’unico aereo ad essersi spezzato in volo è stato il Boeing 747 della Pan Am diretto da Londra a New York, esploso il 21 dicembre 1988 sulla cittadina scozzese di Lockerbie per la detonazione di un ordigno al plastico. Da allora è stata adottata la regola secondo cui nessun bagaglio può salire a bordo senza il passeggero che lo accompagna.

Al momento si può parlare solo di ipotesi e probabilità, ”ma certamente – ha rilevato – nessun aereo può spaccarsi in volo per un problema tecnico”.

Non è successo nemmeno nei casi più gravi, come quello del Dc10 della United Airlines che nel 1989 è precipitato a Sioux City dopo un guasto al motore di coda. E nel 1985 il Boeing 747 della Japan Airlines è rimasto in volo ancora per 40 minuti dopo la decompressione esplosiva dovuta allo squarcio della paratia posteriore.

Sulla stessa linea i commenti dei forum online di piloti e professionisti dell’aviazione, per i quali la caduta dell’Airbus A321 potrebbe essere avvenuta rapidamente e con decompressione.

Tuttavia i primi elementi utili per avvalorare l’ipotesi di una bomba potranno venire innanzitutto dall’analisi della disposizione dei rottami: nel caso di un’esplosione in volo questi vengono distribuiti su un’area molto estesa (nel caso di Lockerbie occupavano una zona di oltre cento chilometri).

La risposta definitiva arriverà infine dalla lettura delle scatole nere, già ritrovate dagli esperti al lavoro nell’area in cui sono disseminati i rottami dell’Airbus A321 russo.

(Enrica Battifoglia/ANSA)

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