Padoan difende la manovra. Critiche selettive distorte

Il ministro dell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Il ministro dell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan durante la 32/a Assemblea Annuale ANCI presso Auditorium Lingotto, Torino, 30 ottobre 2015. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Il ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan durante la 32/a Assemblea Annuale ANCI presso Auditorium Lingotto, Torino, 30 ottobre 2015. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Le “critiche selettive”, sulle singole misure, senza tener conto del quadro generale, non solo sono sbagliate ma anche “distorte” rispetto alla direzione complessiva che il governo sta dando alla politica economica, tutta orientata alla crescita.

Dopo i rilievi dei tecnici del Senato e le osservazioni critiche delle maggiori istituzioni economiche italiane, a difendere l’impianto della manovra è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ribadendo ancora una volta che non si fanno passi indietro sulla lotta all’evasione, sempre “centrale” nella strategia dell’esecutivo.

La manovra, sottolinea con forza Padoan, ha un segno “inequivocabilmente espansivo” e, anche grazie alle riforme strutturali che daranno effetti “crescenti in futuro”, permette di proseguire con il taglio delle tasse, pur nel rispetto dei vincoli di bilancio.

Tanto che il debito dopo 8 anni, ribadisce il ministro, si avvia all’inversione di tendenza.

Scelte che vengono premiate dai mercati, come dimostrano “i tassi negativi” registrati alle ultime aste di titoli di Stato, che confermano il giudizio positivo “sulla gestione del debito”.

Basta, insomma, con le polemiche sui singoli interventi, che diventano “fuorvianti”, come quelle sulla soglia del contante. Il nodo vero, infatti, non il maggiore spazio che si lascia alla circolazione del cash, ma come colmare il ritardo sull’uso dei pagamenti elettronici.

Stesso ragionamento che il ministro articola rispetto alle presunte “rigidità” che colpiscono i bilanci dei Comuni con l’eliminazione della Tasi.

Per i sindaci, ribatte Padoan, a un tema sollevato tra gli altri dalla Corte dei Conti, arriva invece “più flessibilità” grazie a un intervento “strutturale” fondamentale, cioè il definitivo superamento del patto di stabilità interno che negli anni ha frenato gli investimenti degli enti locali più virtuosi.

Niente accanimenti, poi, nei confronti delle Regioni, alle quali è “quasi di buon senso” chiedere di avvicinarsi il più possibile alle “buone pratiche” che sono “attuabili”, visto che diverse realtà “le attuano”, soprattutto sul fronte dell’efficienza dei servizi sanitari regionali.

Nell’elencare quello che in manovra c’è, Padoan guarda anche a quello che invece arriverà il prossimo anno, cioè il promesso intervento sulla flessibilità per le pensioni.

L’impegno c’è, riconfermato anche da un ordine del giorno che il governo ha accolto in commissione Lavoro al Senato, a patto che “non si indebolisca il sistema”.

Passaggio “cruciale”, visto che il nostro al momento è uno dei “più stabili e sostenibili” in Europa, e rimane tale anche con i ‘mini-interventi’ della Stabilità, che “non depotenziano la riforma” Fornero.

A non esserci, almeno secondo i sindacati, sono anche risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Ma per il ministro i 300 milioni stanziati per il 2016 al momento sono “coerenti” con la sentenza della Consulta.

Intanto si proceda alla revisione dei comparti, è l’invito di Padoan. Per le risorse “si vedrà con la prossima legge di Stabilità”.

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