Boom di posti lavoro in Usa, rialzo dei tassi più vicino

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NEW YORK. – Negli Stati Uniti è boom di posti di lavoro. Ad ottobre ne sono stati creati 271.000, ben al di sopra delle attese, con la disoccupazione scesa al 5%, il livello più basso dall’aprile del 2008. La crisi sembra davvero alle spalle, nostante le preoccupazioni legate alla debolezza complessiva dell’economia mondiale.

La Casa Bianca così esulta: la crescita dell’occupazione in America non è mai stata così forte dall’anno 2000 – si spiega – con 8 milioni di nuove assunzioni nel giro di soli tre mesi.

Si tratta di dati che non solo sorprendono gli addetti ai lavori (che per ottobre prevedevano non più di 185.000 nuovi posti) ma che di fatto aprono la strada al rialzo dei tassi di interesse entro la fine dell’anno. Alla prossima riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, mancano ancora 40 giorni.

Ma il forte e inatteso rimbalzo del numero dei posti di lavoro aumenta enormemente le probabilità di una stretta monetaria a metà dicembre. Probabilità salite, secondo gli analisti, al 70%. “La forte crescita dell’occupazione è un’ottima notizia”, ha del resto commentato il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, per il quale “una forte occupazione può spingere l’inflazione verso il 2%”.

E il 2% rappresenta quel valore di riferimento che da sempre la numero uno della Fed, Janet Yelen, ha definito determinante per decidere una svolta. Per porre fine a quelle misure straordinarie avviate dall’ex presidente Ben Barnanke a sostegno della ripresa.

Una strategia fondata su due pilastri: tassi tenuti fin dal 2008 fermi vicini allo zero e un piano di acquisto titoli (il cosiddetto Quantitative Easing) che ha consentito l’iniezione nell’economia Usa di 4.500 miliardi di dollari. E che la Yellen ha ribadito di non voler riesumare.

L’ipotesi sempre più verosimile di una stretta entro la fine dell’anno lascia però fredda Wall Street che, a differenza delle Borse europee, reagisce con qualche preoccupazione ai buoni dati sull’occupazione, chiudendo la settimana con un andamento debole e incerto. Mentre a fare le spese del superdollaro è un euro quasi in caduta libera, poco sopra quota 1,07 sul biglietto verde, ai minimi dallo scorso aprile.

Le buone notizie per l’amministrazione Obama arrivano non solo da un mercato del lavoro che ha ritrovato una notevole vitalità, ma anche dai numeri che indicano come la ripresa cominci anche a farsi sentire sulle buste paga dei lavoratori. Uno degli obiettivi che il presidente americano ha posto tra le priorità assolute degli ultimi suoi mesi alla Casa Bianca.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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