Bomba quasi certa, allarme sicurezza scali Egitto

In this photo made available Monday, Nov. 2, 2015, and provided by Russian Emergency Situations Ministry, Egyptian Military on cars approach a plane's tail at the wreckage of a passenger jet bound for St. Petersburg in Russia that crashed in Hassana, Egypt, on Sunday, Nov. 1, 2015. (Maxim Grigoriev/Russian Ministry for Emergency Situations via AP)
In this photo made available Monday, Nov. 2, 2015, and provided by Russian Emergency Situations Ministry, Egyptian Military on cars approach a plane's tail at the wreckage of a passenger jet bound for St. Petersburg in Russia that crashed in Hassana, Egypt, on Sunday, Nov. 1, 2015. (Maxim Grigoriev/Russian Ministry for Emergency Situations via AP)
In this photo made available Monday, Nov. 2, 2015, and provided by Russian Emergency Situations Ministry, Egyptian Military on cars approach a plane’s tail at the wreckage of a passenger jet bound for St. Petersburg in Russia that crashed in Hassana, Egypt, on Sunday, Nov. 1, 2015. (Maxim Grigoriev/Russian Ministry for Emergency Situations via AP)

IL CAIRO. – Ipotesi bomba sempre più certa. Si rafforza la tesi dell’attentato terrorista sulla sciagura dell’aereo russo precipitato in Sinai il 31 ottobre scorso, come sospettano Londra e Washington e adesso anche Israele dopo che ieri fonti anonime della Commissione si erano dette sicure al 90% della presenza di un ordigno.

E mentre procede l’inchiesta ufficiale sulla tragedia costata la vita a 224 persone, da Dubai funzionari dell’Airbus si dicono “certi della sicurezza degli aerei A321, incluso quello che si è schiantato in Egitto”.

La parola d’ordine è sicurezza. Le cancellerie occidentali chiedono più stretti controlli negli scali egiziani, inviando dei tecnici, ma sulle falle allo scalo di Sharm il Cairo contrattacca.

“L’Egitto è capace di gestire i propri aeroporti e coopera con i suoi partner nell’ambito della propria sovranità nazionale – ha affermato il ministro degli Esteri Sameh Shoukry -, e non ha bisogno di tutele o di supervisioni da parte di chiunque altro”.

Shoukri ha poi precisato che il Cairo ha “avviato una serie di contatti diplomatici con gli Stati colpiti dalla sciagura per fugare le loro perplessità sulle misure di sicurezza negli aeroporti egiziani”.

Sulla stessa linea fonti del ministero dell’Aviazione civile egiziano che hanno annunciato di avere “visionato le registrazioni delle telecamere dello scalo di Sharm che hanno ripreso le ore ed i momenti precedenti alla partenza dell’Airbus, confermando che gli agenti hanno svolto il loro compito controllando tutti i bagagli”.

Le stesse fonti hanno precisato che le “registrazioni mostrano che gli agenti hanno effettuato controlli sul piano tecnico e della sicurezza” e che “non è stato commesso alcun errore dai funzionari dell’aeroporto che possa spiegare la sciagura”.

Intanto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dalla Tass, fa sapere che la Gran Bretagna ha passato alla Russia “alcuni dati” sulla sciagura. Peskov non ha risposto a una domanda dei giornalisti sull’eventualità che queste informazioni abbiano pesato sulla decisione del Cremlino di sospendere i voli per motivi di sicurezza.

“Per garantire la sicurezza delle vacanze in Egitto ci vorrà del tempo”, ha aggiunto il premier Medvedev, aggiungendo che lo stop ai voli “è necessario per precisare definitivamente la causa della catastrofe”. E progressivamente si va esaurendo il numero di italiani che easyJet sta riportando in Italia dal Mar Rosso. Tra oggi e domani è previsto il rientro di altri 80 passeggeri.

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