Il Papa conquista la Toscana e lancia la “riforma” della Chiesa

Pope Francis arrives at Artemio Franchi stadium to lead a Mass, Florence, Italy, 10 November 2015. ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI
Pope Francis arrives at Artemio Franchi stadium to lead a Mass, Florence, Italy, 10 November 2015. ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI
Pope Francis arrives at Artemio Franchi stadium to lead a Mass, Florence, Italy, 10 November 2015.
ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

FIRENZE. – Papa Francesco ha conquistato Firenze e la Toscana: poche ore per un viaggio intensissimo, dedicato agli ultimi, al lavoro, alla denuncia della corruzione, ma soprattutto ad una nuova “riforma”, quella della chiesa italiana invitata ad essere “inquieta” e non “ossessionata dal potere”, spinta ad innovare. Ma soprattutto indirizzata verso la fine della stagione del ruinismo.

E’ il messaggio dato da Bergoglio al V convegno della Chiesa italiana organizzato dalla Cei, alla quale ha chiesto di rinunciare al potere, alla fissazione per le strutture, al mito della rilevanza, e di essere “chiesa delle beatitudini”.

PRATO: Il Papa è arrivato di buon ora accolto da tantissima gente. “La sacralità di ogni essere umano – ha detto dal pulpito di Donatello e Michelozzo al duomo – richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno; mi permetto qui di ricordare i 5 uomini e due donne di cittadinanza cinese morti due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato, vivevano e dormivano all’interno dello stesso capannone in cui lavoravano, è una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita e questo non è lavoro degno”.

E’ stato un richiamo forte, pronunciato in una città multietnica, a forte presenza cinese, dove, come ha ricordato il Pontefice, si può vivere negli stessi locali in cui si lavora, in ‘loculi’ ricavati sui soppalchi. E dove si può morire tra le fiamme, come accadde ai 7 operai, quasi tutti clandestini, nel Macrolotto di Prato, due anni fa.

L’ABBRACCIO DI FIRENZE: Una folla di persone lo ha atteso poi in piazza Duomo a Firenze. Nel resto della città fin dall’alba si è respirata un’aria di altri tempi: niente auto e motorini, pochissime biciclette, solo quale mezzo delle forze dell’ordine, molti invece coloro che si sono recati al lavoro a piedi.

DISCORSO ALLA CHIESA ITALIANA: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà”. Primate d’Italia, il Papa ha dedicato inoltre una parte significativa del discorso ai credenti che sono anche “cittadini”, impegnati a costruire la casa comune, giacché la nazione “non è un museo”.

CITA PEPPONE E DON CAMILLO: Bergoglio ha insistito sull’importanza di una Chiesa vicina al popolo, altrimenti aggiunge “non andiamo da nessuna parte”. E per spiegare meglio come “vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia” ha citato la semplicità di don Camillo “che fa coppia con Peppone”. “Un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro”.

SALUTA MALATI E GIANGRANDE: come sempre Papa Francesco ha dedicato tempo e attenzione ai malati e ne ha accolto un gruppo nella basilica della Santissima Annunziata. Tra loro anche il maresciallo Giuseppe Giangrande, il carabiniere rimasto gravemente ferito davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile 2013. “Sono molto contenta – ha detto la figlia Martina – che mio padre abbia potuto stringere la mano al Papa, una cosa che gli ha fatto un immenso piacere”.

RIBOLLITA A MENSA CARITAS: Poi pranzo alla mensa della Caritas, con tanto di “tesserina” per entrare. Menù tipicamente toscano: ribollita, purè, insalata, formaggio e macedonia. Ma anche cantuccini di Prato accompagnati da una piccolissima quantità di vinsanto. Era la prima volta che il Papa mangiava la ribollita, come lui stesso ha detto ai presenti.

“Lei è la papessa, avete la papessa”: così Papa Francesco alla mensa dei poveri della Caritas di Firenze appellando, con divertimento, la responsabile che stava redarguendo gli ospiti affinché si disponessero seduti nel refettorio per il pranzo con il pontefice.

BAGNO DI FOLLA ALLA MESSA: in uno stadio Artemio Franchi pieno in ogni ordine di posti, Bergoglio ha parlato della “sapienza di San Leone Magno”, “che ci ricorda che non può esserci vera sapienza se non nel legame a Cristo e nel servizio alla Chiesa”.

“Mantenere un sano contatto con la realtà, con ciò che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie – ha detto nell’omelia – è l’unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare. È l’unico modo per parlare ai cuori delle persone toccando la loro esperienza quotidiana: il lavoro, la famiglia, i problemi di salute, il traffico, la scuola, i servizi sanitari”.

AGNESE ALLO STADIO CON I FIGLI: Il Premier non ha potuto essere presente alla visita del Papa nella sua Firenze ma allo stadio oggi era presente tutta la sua famiglia. “Sono qui come mamma, volevo che i bambini partecipassero a un evento storico”, ha detto Agnese Renzi. “Questa – ha aggiunto – è una festa meravigliosa, con bambini, mamme, nonni, padri per una grande accoglienza”.

Il Papa “è un esempio grandissimo per tutti noi”. E chiude sulle polemiche legate all’assenza di Matteo Renzi: “Nessun retroscena. È a Milano, per impegni di governo, altrimenti avrebbe partecipato anche lui. È a fare il suo lavoro”.