Faccia a faccia Obama e Putin, al G20 patto contro l’Isis

U.S. President Barack Obama, left, speaks with Russian President Vladimir Putin, right, prior to the opening session of the G-20 summit in Antalya, Turkey, Sunday, Nov. 15 2015. The 2015 G-20 Leaders Summit is held near the Turkish Mediterranean coastal city of Antalya on Nov. 15-16, 2015. (RIA-Novosti, Kremlin Pool Photo via AP)
U.S. President Barack Obama, left, speaks with Russian President Vladimir Putin, right, prior to the opening session of the G-20 summit in Antalya, Turkey, Sunday, Nov. 15 2015. The 2015 G-20 Leaders Summit is held near the Turkish Mediterranean coastal city of Antalya on Nov. 15-16, 2015. (RIA-Novosti, Kremlin Pool Photo via AP)
U.S. President Barack Obama, left, speaks with Russian President Vladimir Putin, right, prior to the opening session of the G-20 summit in Antalya, Turkey, Sunday, Nov. 15 2015. The 2015 G-20 Leaders Summit is held near the Turkish Mediterranean coastal city of Antalya on Nov. 15-16, 2015. (RIA-Novosti, Kremlin Pool Photo via AP)

ANTALYA. – Patto contro il terrore al G20 in Turchia. Le stragi di Parigi hanno stravolto l’agenda del vertice e costretto i leader a fare fronte comune contro l’Isis. Non solo a parole o con il minuto di silenzio per ricordare le vittime. Tutti i Paesi del G20 sono pronti a fare la propria parte, prendendo impegni.

E il segnale più forte è arrivato dall’incontro, fino ad oggi non scontato, tra Barack Obama e Vladimir Putin. Dopo anni di gelo, i due si sono chiusi dentro una stanza, soli con i rispettivi interpreti, per oltre mezz’ora. Hanno parlano in modo “costruttivo” e sono usciti con un messaggio chiaro ma soprattutto condiviso: ora basta, “l’imperativo è risolvere la crisi in Siria”, hanno detto, riconoscendo i progressi diplomatici fatti a Vienna per una transizione politica con la mediazione dell’Onu.

Il presidente americano ha concesso a Putin l’importanza degli sforzi militari russi in Siria contro l’Isis. Ma non solo. E’ tornato a condannare quegli attacchi che hanno “oscurato i cieli” del mondo e si è detto pronto a braccare i terroristi, aiutando Parigi nella ‘caccia’. Inoltre ha annunciato la sua controffensiva: gli Stati Uniti stanno lavorando con la Francia per intensificare i raid in Siria e Iraq, è il messaggio che ha affidato al suo consigliere per la sicurezza, pensando forse di andare anche oltre, in Libia e Sinai.

L’Italia per ora, di fronte a nuovi raid, resta alla finestra. Perché – è il ragionamento del premier Matteo Renzi – le reazioni di pancia non servono: “ci sono quelle di cuore, ma deve prevalere la testa”. La situazione – è la posizione di sempre – deve essere affrontata con una visione strategica complessiva dell’intero scacchiere regionale.

Intanto il G20 si prepara a prendere impegni precisi. Domani è atteso un testo ad hoc sul terrorismo. Una ‘prima’ per un vertice nato per la gestione della crisi finanziaria che dovrebbe vedere mettere nero su bianco una serie di impegni. Da quello per contrastare gli asset finanziari del terrore, a quelli per la difesa dell’aviazione ed i controlli ai confini.

L’emergenza terrore è globale e serve una risposta globale, hanno spiegato anche i vertici dell’Ue. Ma se l’Isis e il terrorismo – domani al termine dei lavori ci sarà anche una riunione Usa-Gb-Germania-Italia-Francia in formato ‘quint’ – hanno rubato la scena, sul tavolo del vertice sono rimasti alcuni dossier.

A cominciare dalla crescita e l’economia: il G20 ribadirà l’impegno alla ripresa e agli investimenti, lanciando anche un monito alla riduzione della disoccupazione giovanile di ogni Paese di almeno il 15% rispetto al tasso attuale entro il 2025. Un obiettivo che l’Italia ha già realizzato nell’ultimo anno (passando dal 46% al 40%) ma che non basta, non è sufficiente per Renzi, che vuole fare di meglio.

Come ha fatto nell’ultimo anno sul fronte delle riforme – su cui oggi ha incassato i complimenti di Juncker per “un lavoro eccezionale” – che hanno contribuito ai segnali di ripresa. “C’è stato un riconoscimento dei traguardi raggiunti dal nostro paese che è stato più volte citato” nel G20, ha riferito il premier che si è mostrato tranquillo anche per l’esame di Bruxelles sulla Legge di Stabilità.

Certo che la situazione migliorata contribuirà a far passare senza problemi, magari a marzo, il 2,2% di deficit. Poco il colore – tra le uniche chicche da segnalare la Merkel che stasera vedrà da Antalya la partita Germania-Olanda – visto anche il clima di lutto per Parigi.

Anche le previste manifestazioni degli antagonisti si sono svolte lontane dai resort di Belek che ospitano il vertice, lasciando alle cronache il fermo di 10 dimostranti dopo alcune tensioni con la polizia.

Lunedì l’ultimo giorno dei lavori. Al centro ci saranno temi finanziari, fiscali e la riforma dell’Fmi per la quale il G20 – secondo la bozza di conclusioni – bacchetta gli Usa per i ritardi nell’implementazione della riforma di governance e quote. Passaggi importanti, che resteranno però nell’ombra di una due giorni dove la parola d’ordine che lanciano i leader è ‘sconfiggere l’Isis ed il terrorismo’.

(dell’inviata Marina Perna/ANSA)

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