Riaccendiamo la Ville Lumière, Parigi si rialza

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PARIGI. – “Venerdì 20 novembre. Parigi, Francia, Mondo, in piedi! Riaccendiamo la Ville Lumière”. A una settimana dalla strage del 13 novembre, Parigi si rialza. Per riprendersi la vita e per onorare la memoria dei suoi 130 morti, rivendicando la sua natura di città libera e aperta.

Alle 21.20, l’ora del primo attacco kamikaze allo Stade de France, i caffè, le piazze e le strade si illuminano di candele alle finestre, di voci e allegria. Luci, baccano e tanta musica che risuona dalle finestre, “quella musica che i terroristi odiano” e che hanno voluto colpire al Bataclan durante un concerto.

In place de la Repubblique trionfa la musica con amplificatori sparsi per la piazza che diffondo le note a tutto volume. “Tutti in piedi. Bianco Rosso e Blues”, scandiscono le persone cantando e ballando, con un gioco di parole che ricorda la bandiera francese. Un camioncino con sul retro una decina di autoparlanti fa il giro della piazza facendo risuonare una canzone di Bob Marley, mentre si formano girotondi, si stappano bottiglie e si distribuiscono abbracci ‘gratuiti’.

“Facciamo rumore perché capiscano che hanno perso”, è stato l’invito di decine di personalità, cittadini comuni e istituzioni, tra cui l’ex ministro della cultura Jack Lang e il celebre cantante franco-armeno Charles Aznavour.

I social network hanno subito aderito all’iniziativa rilanciandola con l’hashtag #21h20. “Distruggono Palmira e Nimrod in Siria, sparano sul Bataclan e tutto ciò che è la Francia. Per Daesh, strappare vite non basta, si tratta anche di cancellarne ogni traccia”.

Ma Parigi non gliela dà vinta. La vita torna a scorrere e a riscaldare cuori ancora raggelati dall’orrore. Tanta la gente anche davanti al Bataclan che continua a portare il suo omaggio alle vittime, accendendo candeline e leggendo i tanti messaggi di solidarietà e colori.

Molte le reazioni in nome di una cultura che i jihadisti vorrebbero cancellare. “Paris est une fete” di Ernest Hemingway (“Festa mobile”, in italiano) diventa simbolo di resistenza: dal giorno degli attentati, il libro di memorie parigine del grande romanziere americano è salito in testa alle classifiche, con 500 copie vendute al giorno.

Il Centre Pompidou ha affisso un enorme striscione con la scritta “Liberté, j’écris ton nom”, Libertà scrivo il tuo nome, un celebre verso del poeta Paul Eluard. E dopo l’iniziativa “Tutti al bistrot” di martedì scorso, sette ristoranti della capitale lanciano “l’Operazione Tavolate”, invitando i locali delle altre città a fare lo stesso.

Durante tutto il weekend, uniranno fisicamente i loro tavolini, piccoli e tondi – caratteristici di tutti caffè di Parigi – in cui a mala pena si riesce a cenare in due, per creare un ambiente in cui tutti possano sedersi gli uni accanto agli altri. Per mangiare, bere vino, brindare alla vita e alla fratellanza.

(dell’inviata Laurence Figà-Talamanca/ANSA)