Il terrorismo colpisce anche l’economia, sos turismo

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PARIGI. – La Francia che aveva ritrovato la crescita nel secondo trimestre di quest’anno comincia a pagare il prezzo degli attentati di Parigi e del loro impatto su commercio e turismo. L’indice Pmi, una misura della situazione economica e del clima di fiducia nelle principali aziende del Paese stilata dalla società di ricerche britannica Markit, a novembre è sceso al livello minimo da tre mesi, al 51,3 contro il 52,5 di ottobre, arrivando pericolosamente vicino alla soglia del 50, che segnala il passaggio dall’espansione alla contrazione economica.

“Questa tendenza riflette principalmente un rallentamento della crescita dell’attività nel settore dei servizi”, spiegano gli esperti, rilevando però anche una frenata della ripresa nel settore manifatturiero, “malgrado una leggera accelerazione dell’aumento dei nuovi ordini”.

Il dato francese è ancora più significativo perché in totale controtendenza con gli altri Paesi europei, Germania in testa, e con l’insieme dell’eurozona, che questo mese fa registrare la migliore performance da quattro anni e mezzo, trainata proprio da un’accelerazione del settore dei servizi.

Al centro della tormenta c’è in particolare il settore turistico, colpito da una valanga di cancellazioni di viaggi organizzati, fiere e convention, prenotazioni in hotel e tavolate nei ristoranti.

Già alla fine della settimana scorsa, la principale associazione di categoria aveva lanciato l’allarme, chiedendo la creazione di un fondo ad hoc per gli esercizi più in difficoltà, e offrendo consulenza nella gestione di problemi delicati come il trattamento dei dipendenti durante il calo di attività, i problemi di liquidità a breve termine e il rispetto delle scadenze di pagamenti ai fornitori e alle banche creditrici.

Ieri, sono stati i governi a mobilitarsi. A Parigi, il sottosegretario al Commercio estero Matthias Fekl ha riunito i principali attori del settore turistico al Quai d’Orsay, per esaminare la situazione e tentare di prendere delle contromisure rapide.

E anche in Belgio, dopo il terzo giorno di ‘chiusura’ di Bruxelles, l’esecutivo ha deciso di venire incontro alle aziende che sono state più duramente colpite dal blocco, offrendo loro la possibilità di avvalersi della legge sulla “disoccupazione temporanea”. In questo modo, potranno sospendere “per cause di forza maggiore” i contratti di lavoro di alcuni dipendenti, che riceveranno dallo Stato un contributo sostitutivo.

(di Chiara Rancati/ANSA)

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