Terrorismo: alert Usa assesta un nuovo colpo al turismo

Carabinieri all'esterno del Colosseo nell'ambito del piano sicurezza anti terroristico per il Giubileo. Roma 23 novembre 2015. ANSA/ANGELO CARCONI
Carabinieri all'esterno del Colosseo nell'ambito del piano sicurezza anti terroristico per il Giubileo. Roma 23 novembre 2015. ANSA/ANGELO CARCONI
Carabinieri all’esterno del Colosseo nell’ambito del piano sicurezza anti terroristico per il Giubileo. Roma 23 novembre 2015. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – L’aereo caduto in Egitto con l’esplosivo e la morte che arriva ai vacanzieri da un’innocente bottiglietta di bibite, i drammatici attacchi nel cuore di Parigi che hanno brutalmente strappato all’Europa l’illusione di essere al sicuro. E poi le immagini choc andate sui media delle camere dell'”albergo degli stranieri” a Bamako sporche di sangue. Come se non bastasse il jet militare russo abbattuto dalla Turchia al confine con la Siria.

La gioia di uscire e di conseguenza di viaggiare nel mondo cade sotto una serie di pugnalate che saranno lunghe e difficili da curare. E diventa sempre più difficile scegliere mete “al di sopra di ogni sospetto” e pericolo.

L’alert diramato dagli Usa per mettere in guardia i cittadini americani sui rischi derivanti dal terrorismo nei viaggi su scala mondiale, è solo l’ennesimo colpo – e forse non l’ultimo – all’industria turistica che per molti Paesi (dall’Egitto e la Tunisia fino alla nostra Italia) è un volano determinante dell’economia.

Intanto le compagnie aeree Usa pagano subito “il conto” a Wall Street con perdite generalizzate di oltre il 2%. Mosca da parte sua sconsiglia i propri cittadini di visitare la Turchia per motivi turistici o altri scopi: “La minaccia del terrorismo – dicono – non è inferiore a quella in Egitto”.

Si leccano le ferite la Francia – che combatte con cancellazioni di viaggi e convention, prenotazioni in hotel, ristoranti e voli (-27% tra il 14 e il 21 novembre) – e il Belgio, dopo il terzo giorno di “chiusura” di Bruxelles.

“L’allarme è alto – spiega il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – ma il mondo non può permettersi di fermarsi. Dopo Parigi c’è una scarsa propensione ai viaggi: gli attentati nella capitale francese sono una ferita troppo fresca e le immagini di Bruxelles sotto assedio vanno in onda in continuazione. Diciamo che l’Italia tra i paesi a rischio è senza dubbio quello messo meglio. Questo lo sanno gli stranieri ma soprattutto gli italiani, che tenderanno a rimanere nel loro Paese. Infatti sulle destinazioni montane registriamo già un’occupazione altissima per l’Immacolata”.

“Il momento non è un buono – dice Luca Battifora, presidente di Astoi Confindustria – perché il sentimento comune è molto legato ai media e a questo stato generale di preoccupazione. Ma diciamo anche che le cancellazioni non sono state eccessive e che non tutte le mete sono state interessate.

Per il Capodanno stanno andando molto bene l’Estremo Oriente, le Maldive, Mauritius, i Caraibi mentre abbiamo registrato una flessione sulle capitali europee, l’Egitto e ovviamente il Nord Africa”.

“Con la parola guerra che esce dalla tv continuamente è difficile avere lo spirito giusto per viaggiare – aggiunge Pier Ezhaya, vicepresidente di Astoi – ma sono delle fasi che poi finiscono. Ne abbiamo viste già altre molto pesanti: le guerre del Golfo, l’11 settembre, lo tsunami, l’Egitto…”.

“Il rischio di una flessione c’è – dice il presidente di Federcongressi&eventi Mario Buscema – anche se in Italia, al momento stiamo reagendo in maniera diversa di Belgio e Francia. E il Giubileo che da una parte poteva essere un elemento di opportunità, dall’altra espone Roma a un’attenzione per cui chi deve venire ci pensa due volte”.

(di Cinzia Conti/ANSA)