L’Italia taglia le tasse sui marchi, brevetti e sulle opere dell’ingegno

Immagine allusiva all' innovazione tecnologica e brevetti. (ANSA)

Brevetti Brescia

ROMA. – Anche l’Italia è pronta a tagliare considerevolmente le tasse alle imprese che puntano sull’innovazione, sui marchi, brevetti e in generale sulle opere dell’ingegno. Quindici anni dopo l’Irlanda e a ruota di diversi altri paesi europei (dal Lussemburgo, alla Danimarca, dall’Inghilterra alla Spagna) anche l’Italia avrà i “patent box” ovvero uno speciale regime fiscale che, nel caso dell’Italia, permetterà di abbattere dal 30 al 50% la tassazione sui ricavi frutto dello sfruttamento di brevetti, marchi, opere di design, disegni, modelli, bozzetti e in generale opere dell’ingegno.

L’Agenzia dell’Entrate ha emanato la circolare applicativa che, disciplinando i dettagli, dà in concreto il via libera alla super agevolazione fiscale introdotta dalla Legge di Stabilità dello scorso anno. L’obiettivo, neppure nascosto, è quello di riportare in Italia tante imprese gioiello che hanno ceduto alle sirene fiscali di altri paesi più “accomodanti”.

Le vicende Fca e Ferrari, ma anche di tanti marchi del lusso, uno per tutti Dolce e Gabbana, ha costretto a fare qualche considerazione e a prendere le conseguenti misure. E’ esplicita il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi: “con il Patent Box” puntiamo “ad attrarre quegli investitori che hanno scelto finora regimi fiscali più convenienti” riducendo così “gli effetti della competizione fiscale tra Paesi dell’Unione nel campo del trattamento agevolato per lo sfruttamento di marchi e brevetti”.

Nel dettaglio il “patent box” permetterà una tassazione agevolata sui redditi derivanti dalle opere di ingegno, la deduzione sarà del 30% sui redditi del 2015, salirà al 40% nel 2016 e al 50% nel 2017. Inoltre non saranno calcolate nell’imponibile le plusvalenze derivanti dalla cessione degli stessi beni e opere dell’ingegno a condizione che almeno il 90% del corrispettivo derivante dalla loro cessione sia reinvestito nella manutenzione o nello sviluppo di altri beni immateriali.

“Con il Patent Box – ha spiegato all’Ansa il ministro Guidi – vogliamo dare impulso alle attività di ricerca e sviluppo delle imprese più all’avanguardia. L’ambito di applicazione è tra i più estesi d’Europa, per tenere conto della nostra struttura produttiva, visto che ricomprende tutti i marchi, inclusi quelli commerciali”.

Infatti accanto a brevetti e marchi di impresa sono incluse anche “informazioni aziendali ed esperienze tecnico industriali, comprese quelle commerciali o scientifiche protette come informazioni segrete giuridicamente tutelabili”. L’agevolazione inoltre “non scade” se ci sono perdite, l’impresa che aderisce al Patent box “rinvierà gli effetti positivi agli esercizi in cui lo stesso bene sarà produttivo di reddito”, in modo da non penalizzare chi, per l’avvio di un progetto registra all’inizio un risultato negativo per l’eccesso di costi sostenuti.

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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