No a stretta sulle armi, la Casa Bianca attacca il Congresso

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NEW YORK. – L’ennesimo appello di Barack Obama per una stretta sulle armi in America (il quindicesimo da quando si è insediato alla Casa Bianca) ancora una volta è drammaticamente destinato a cadere nel vuoto. A rimanere inascoltato di fronte a un Congresso più che mai sordo, che di aggredire alla radice le cause delle tante stragi di massa – terrorismo o non terrorismo – non ne vuole assolutamente sapere.

Così il Senato, poche ore dopo il massacro di San Bernardino, ha bocciato due emendamenti che erano stati presentati in aula per tentare di far passare alcune norme che la Casa Bianca definisce “di buon senso”.

“Possiamo fare qualcosa senza violare alcun diritto fondamentale”, ha tuonato il portavoce Josh Earnest, sottolineando come Capitol Hill se vuole può dare in maniera rapida alcune risposte efficaci al triste fenomeno delle sparatorie ‘seriali’.

Invece la camera alta ha detto ancora una volta ‘no’ in particolare a due misure: permettere ai procuratori statali di bloccare la vendita o il trasferimento di armi ed esplosivi a persone ritenute sospette, come quelle presenti nelle cosiddette ‘watch list” sul terrorismo; estendere universalmente i controlli sull’acquisto di pistole o fucili (i cosiddetti “background check”), per verificare se gli acquirenti abbiano precedenti penali o problemi legati a disturbi mentali.

Mentre la prima proposta era stata avanzata dalla senatrice democratica Dianne Feinstein, da sempre paladina nella crociata contro le armi da fuoco, la seconda è la stessa che fu presentata nell’aprile 2013 sull’onda della strage di bambini della Sandy Hook Elementary School.

Oggi come allora quest’ultima proposta – fortemente caldeggiata dalla Casa Bianca – è stata bocciata. “Non un singolo senatore ha cambiato la sua posizione rispetto a due anni fa”, commentano amaramente alcuni osservatori. Praticamente impossibile sfidare il tabù del secondo emendamento della Costituzione Usa, quello che riconosce a tutti i cittadini il diritto di possedere armi.

E troppo forte la lobby delle armi, quella rappresentata soprattutto dalla National Rifle Association (Nra), che vanta l’appoggio anche di molti membri del Congresso del partito democratico.

Intanto i candidati alla Casa Bianca si preparano a rimodulare la loro campagna elettorale alla luce di quanto accaduto a San Bernardino, in vista di un serrato confronto su armi e terrorismo. Con Hillary Clinton schierata con Barack Obama e i repubblicani, da Trump in giù, che in molti casi chiedono di combattere il fenomeno delle stragi di massa dando più armi a scuole, chiese, uffici pubblici, per difendersi. Anche questa è l’America.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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