Parte il Giubileo: Francesco, misericordia per un mondo diviso

School of fish projected on St. Peter's Basilica. Photography by David Doubilet. Artistic rendering by Obscura Digital
School of fish projected on St. Peter's Basilica. Photography by David Doubilet. Artistic rendering by Obscura Digital
School of fish projected on St. Peter’s Basilica. Photography by David Doubilet. Artistic rendering by Obscura Digital

CITTA’ DEL VATICANO. – La misericordia come stella polare nel cammino e nell’azione della Chiesa. Col suo Giubileo straordinario, il primo “tematico” nella storia degli Anni Santi, papa Francesco dà la definitiva impronta del suo pontificato col valore della misericordia, “l’architrave che sorregge la vita della Chiesa”, come l’ha definita nella bolla d’indizione ‘Misericordiae vultus’.

E per un intero anno, come atto fondativo anche per i decenni a venire, i temi del perdono, dell’accoglienza, del dialogo, costituiranno il messaggio cruciale con cui la Chiesa rilancia la sua identità di fronte a un mondo lacerato dalle guerre, dalle minacce terroristiche, la povertà, l’esclusione sociale, le migrazioni di massa.

Ne è segno anche l’anteprima del Giubileo che Francesco – prima di aprire martedì prossimo la Porta Santa di San Pietro – ha voluto a tutti i costi nella Repubblica Centrafricana, definito il Paese più povero del mondo, diviso dal conflitto civile delle fazioni musulmane e cristiane, dove domenica scorsa, 29 novembre, ha aperto la Porta Santa nella cattedrale della capitale Bangui.

Oltre che del primo Giubileo “tematico”, si tratta anche del primo “decentrato”, diffuso nello spazio cattolico di tutto il mondo, avendo il Papa voluto che Porte Sante siano aperte in tutte le diocesi e nei santuari, attraversando le quali i pellegrini potranno “lucrare” l’indulgenza giubilare, senza necessità di venire a Roma.

L’afflusso dei fedeli nel centro della cristianità, anche se in Vaticano nessuno si azzarda a fare previsioni e tanto meno a dare cifre, sarà comunque massiccio, pur tra i timori degli attacchi terroristici e pur dinanzi ai ritardi organizzativi di parte italiana, che vedono tuttora aperti i cantieri a Roma per i percorsi dei pellegrini, senza possibilità di essere completati prima di gennaio.

Ma alla Santa Sede, pur nel malumore per i ritardi dovuti ai rovesci della giunta capitolina, sta a cuore l’aspetto “spirituale” del Giubileo. E sta a cuore soprattutto il senso che la misericordia deve acquisire nella vita dei singoli e anche nei rapporti sociali.

L’apertura della Porta Santa, tra l’altro, avviene nel 50/o anniversario della chiusura del Concilio, evento che – per il Papa – ha abbattuto “le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata”, portandola ad “annunciare il Vangelo in modo nuovo”.

Altra peculiarità di questo Giubileo sarà l’invio nella Quaresima 2016 in tutte le diocesi del mondo di 800 “missionari della misericordia”, a cui il Papa dà la facoltà di perdonare i peccati riservati alla Sede apostolica.

Ma Francesco ha fatto già di più: per tutto l’Anno giubilare, infatti, tutti i sacerdoti del mondo potranno perdonare in confessionale anche il procurato aborto, peccato la cui assoluzione è normalmente riservata ai vescovi. Un segno per invitare al pentimento e alla richiesta di perdono, altro elemento-chiave della centralità della misericordia.

Per Francesco, essa è “ideale di vita e criterio di credibilità per la nostra fede”, mentre “il perdono delle offese” è “un imperativo da cui i cristiani non possono prescindere”. Tra le linee-guida per vivere appieno l’Anno Santo, oltre al pellegrinaggio, ci sono quelle di non giudicare e non condannare ma perdonare, di aprire il cuore alle periferie esistenziali, di compiere le opere di misericordia corporale e spirituale apprese nel catechismo.

Di particolare rilevanza, nell’attuale momento storico, anche l’accento posto da Bergoglio sul tema del dialogo interreligioso, perché proprio la misericordia “ci relaziona all’Ebraismo e all’Islam, che la considerano uno degli attributi più qualificanti di Dio”: quindi, ha detto, questo Anno giubilare “possa favorire l’incontro con queste religioni”, “elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo” ed “espella ogni forma di violenza e discriminazione”.

Il 17 gennaio il Papa andrà in visita alla Sinagoga di Roma: e non sono esclusi altri importanti eventi nel segno del dialogo.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)