Padoan a Bruxelles, focus sugli sviluppi economici

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BRUXELLES. – Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan approfitta dell’ultimo Eurogruppo dell’anno per incontrare il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, braccio destro del presidente Juncker e uomo politico di sinistra, capace di comprendere le posizioni e le richieste italiane soprattutto sulla riforma della governance europea.

Nell’incontro – spiega la Commissione Ue – il ministro ha anche informato Bruxelles degli ultimi sviluppi economici e finanziari italiani. Ma l’ultima riunione dei ministri dell’economia è anche il momento in cui si cerca di chiudere il dossier Tobin tax, aperto dal 2011: i ministri degli undici Paesi della cooperazione rafforzata, tra cui l’Italia, provano a tirare le fila ma si aggiornano, a margine dell’Ecofin. “Siamo a pochi centimetri dall’intesa”, ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici.

Padoan ha proposto a Timmermans un incontro per affrontare le questioni europee sul tappeto che potrebbero dare una svolta alla governance economica in chiave pro-crescita. Dall’ultima proposta della Commissione di un’assicurazione sui depositi (Edis) a quella italiana di un sussidio Ue per i disoccupati, lanciata dallo stesso Padoan all’Ecofin di ottobre.

Il ministro ha tenuto soprattutto a sottolineare i rischi elevati che corre l’Europa in questo momento in cui i singoli Stati tendono ad inasprire le proprie posizioni in chiave molto difensiva. Ma l’incontro, durato circa 45 minuti, è stato anche l’occasione per aggiornare uno degli uomini più ‘politici’ della Commissione europea sull’andamento dell’economia italiana e delle riforme, ribadendo la filosofia che c’è, ad esempio, dietro la richiesta delle clausole di flessibilità.

I margini di manovra supplementari sono concepiti come un incentivo per fare ciò che la Commissione ha chiesto nelle raccomandazioni e anche nel recente ‘Alert mechanism report’, cioè riforme strutturali e investimenti. Entrambe questioni su cui l’Italia si considera in linea con le richieste.

C’è poi sempre pronta a riaprirsi a Bruxelles la questione delle quattro banche salvate di recente con il benestare della Commissione. Il Governo sta pensando di intervenire in aiuto degli obbligazionisti che hanno subito perdite ingenti, ma ancora non ha deciso come calibrarlo. Qualora si creasse un fondo, e ci fosse un contributo pubblico, servirebbe un nuovo parere dell’antitrust Ue.

Ma se questo aiuto fosse invece una sorta di intervento ‘sociale’, che mira soltanto ad una categoria, magari quella dal reddito più basso, allora l’aiuto potrebbe anche rientrare nella categoria ‘welfare’ non soggetta alle regole dei salvataggi bancari e quindi degli aiuti di Stato.

Intanto sulla tassa sulle transazioni finanziarie gli undici Paesi sono ad un passo dall’accordo, come ribadiscono al termine della riunione che però non riesce a percorrere l’ultimo miglio. Restano ancora le resistenze di molti, compresa la Germania con il ministro Schauble molto scettico, soprattutto sul trattamento dei derivati. Ma l’obiettivo è raggiungere almeno un’intesa politica, da dettagliare tecnicamente in un secondo momento, e per questo i ministri hanno deciso di proseguire il lavoro a margine dell’Ecofin.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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