Usa-Cuba: un anno di disgelo, Obama pensa a uno storico viaggio

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NEW YORK. – A un anno dall’avvio del disgelo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama pensa a uno storico viaggio a Cuba. Il presidente “desidererebbe molto” andare per consolidare la sua legacy, l’eredità di leader che ha posto fine a sessant’anni di guerra fredda tra Washington e l’Avana. L’idea è di farlo nell’ultimo anno di Casa Bianca, ma a una condizione: che gli sia permesso di incontrare i dissidenti. Lo ha detto lo stesso Obama alla redazione del sito online Yahoo!.

“Se vado in visita, parte dell’accordo è di poter parlare con tutti”, ha detto il presidente nel corso dell’intervista a un anno dall’annuncio dell’inizio del disgelo tra Washington e l’Avana. “Questa è una cosa che ho chiarito direttamente con il presidente Raul Castro: vogliamo entrare in contatto con quanti lavorano per la libertà di espressione all’interno di Cuba”.

Obama ha detto che la speranza sua e dei suoi collaboratori è di vedere progressi sufficienti nel corso del 2016 per decidere che “è arrivato il momento di puntare i riflettori su quel che è stato fatto e di spingere Cuba, andando all’Avana, in una nuova direzione”.

Fonti della Casa Bianca hanno descritto una visita di Obama – se effettuata nelle giuste circostanze – come la logica conseguenza della svolta politica annunciata il 17 dicembre 2014 dallo stesso Obama e da Raul Castro.

Da allora, come frutti concreti dei negoziati prima segreti e poi condotti su tavoli bilaterali, Usa e Cuba hanno riaperto le rispettive ambasciate all’Avana e Washington, gli Stati uniti hanno rimosso Cuba dalle liste del terrorismo, le due parti hanno fatto passi per aumentare le opportunità di viaggi e di affari e affrontato la spinosa questione delle proprietà confiscate a cittadini e aziende americane dopo la rivoluzione del 1959.

Adesso un nuovo tassello nel disgelo internazionale è arrivato con lo storico accordo sulla ristrutturazione del debito cubano concluso tra l’isola di Castro e i 14 paesi del Club di Parigi, di cui fa parte anche l’Italia. L’intesa prevede un colpo di spugna di 8,5 miliardi di interessi in cambio di una promessa cubana di ripagare 2,6 miliardi di dollari entro i prossimi 18 anni.

Cuba era in default dal 1986. L’Italia è il quarto creditore con una quota di 507 milioni di dollari. La svolta nel negoziato è arrivata quando Roma e gli altri tre grandi creditori (Parigi, Madrid e Tokyo) hanno accettato di convertire i pagamenti arretrati in progetti di sviluppo a Cuba, da decidere su base bilaterale.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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