Ciclismo, Aru e Nibali insieme per colpire a Rio

Vincenzo NIbali, Astana. (Foto Gianluca Santo)
Vincenzo NIbali, Astana. (Foto Gianluca Santo)
Vincenzo NIbali, Astana. (Foto Gianluca Santo)

MILANO. – Non molte nazionali potranno schierare alle prossime Olimpiadi due punte come Fabio Aru e Vincenzo Nibali, e Davide Cassani è sicuro che il sardo e il siciliano, compagni di squadra anche nell’Astana, regaleranno gioie all’Italia all’arrivo di Copacabana.

“Uniranno le forze perché questa è un’occasione importante per loro”, confida il ct azzurro che, dopo le feste di Natale, volerà in Brasile per studiare il percorso assieme alle sue due stelle e a Malori, argento a cronometro nell’ultimo mondiale, deludente invece per l’Italia nella corsa in linea.

Intanto Cassani, nel corso del tradizionale ‘Giro d’Onore’ andato in scena nella sede milanese di Unicredit, ha celebrato le 49 medaglie internazionali azzurre (4 più del 2014) archiviando il 2015 “in maniera piuttosto positiva” e sottolineando appunto l’argento di Malori, quello di Consonni nella gara Under 23, il Giro di Lombardia conquistato da Nibali e la Vuelta vinta da Aru.

Il siciliano quest’anno dovrebbe concentrarsi sul Giro d’Italia a maggio mentre il sardo a luglio debutterà al Tour de France da capitano dell’Astana. Poi ad agosto l’appuntamento è a Rio, la terza olimpiade per Nibali, la prima per Aru.

“L’11 gennaio andremo a Rio con Malori, Aru e Nibali per vedere il percorso, che è davvero impegnativo e quindi adatto a Nibali e Aru, mentre quello del Mondiale è da velocisti, quindi saranno altri i favoriti”, ha chiarito Cassani, in cui confidano il presidente federale Renato Di Rocco e quello del Coni Giovanni Malagò.

Passato “il ciclone del doping, il ciclismo italiano può presentarsi ovunque a testa alta” ha notato Di Rocco, secondo cui il movimento “esce rigenerato e rinvigorito da anni travagliati: abbiamo una generazione di giovani dal volto pulito, preparati, consapevoli e in grado di darci grandi soddisfazioni”.

“Mi aspetto molto dal ciclismo a Rio, molto più di quello che è successo a Londra. La bufera è alle spalle. Sono successe tante cose legate al doping che questa federazione non meritava”, ha aggiunto Malagò complimentandosi con Di Rocco per gli sforzi “sotto il profilo della sostanza e della comunicazione”.

Sforzi che dovrà fare anche l’atletica, alle prese con una crisi di risultati e presunti casi di doping. “Dopo Rio – ha avvertito Malagò – dovrà fare un’analisi estremamente realistica”.

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