Italia divisa in due per qualità della vita. A Bolzano si vive meglio

In una foto d'archivio il mercatino della città di Bolzano
In una foto d'archivio il mercatino della città di Bolzano
Una veduta della città di Bolzano
Una veduta della città di Bolzano

ROMA. – Italia tagliata in due per qualità della vita delle province, con un Nord in testa e un Meridione ancora una volta in difficoltà; Bolzano, in particolare, è la provincia in cui si vive meglio, Reggio Calabria quella in cui si sta peggio. Milano è in seconda posizione e la Capitale, Roma, al 16/o posto arretra di quattro posti in un anno nella classifica “Qualità della vita” del Sole 24 Ore.

Giunta alla 26/a edizione, l’indagine mette a confronto la vivibilità delle province italiane rispetto a sei aree tematiche (Servizi/Ambiente/Salute, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero, Tenore di vita, Affari e lavoro) per totali 36 indicatori. Quest’anno le province considerate sono salite da 107 a 110 (incluse Bat, Fermo e Monza Brianza).

La classifica del Sole 24 ore ha quindi in vetta Bolzano, posizione che detiene per la quinta volta, segue Milano e Trento, in terza posizione. In fondo, si trova una concentrazione di centri del Mezzogiorno, con Reggio Calabria sull’ultimo gradino, Vibo Valentia al penultimo e poco distante Messina (104/a).

Bolzano ritorna al primato per la quinta volta in 26 anni (dopo 2012, 2010, 2001 e 1995). Molti i suoi punti di forza: nelle prime due macroaree Tenore di vita e Affari e lavoro eccelle, ad esempio, nel tasso di occupazione (71% contro una media del 56%), nella quota di crediti in sofferenza (solo 5,7%, ossia meno di un terzo rispetto al valore medio), nei consumi (2.660 euro per famiglia, 700 in più della media). Buoni risultati anche in Popolazione, in particolare per l’indice di vecchiaia e la speranza di vita e nel Tempo libero, dove è prima per presenze agli spettacoli e nella top ten per sport e spesa dei turisti stranieri.

All’estremità opposta, Reggio Calabria ha i piazzamenti peggiori nelle tre macroaree Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi Ambiente e Salute: alta è la quota degli impieghi a rischio (36%), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (meno del 2%), la dotazione di asili nido (coperto meno del 2% dell’ utenza), pessimo il voto di Legambiente.

Prendendo in considerazione i singoli capitoli dell’indagine, spicca per Tenore di vita Milano come capolista, in Affari e lavoro al top Prato, per Servizi Ambiente e Salute Monza e Brianza. Nel capitolo demografico svetta Olbia Tempio, in Ordine pubblico la più tranquilla risulta Nuoro e nel Tempo Libero infine Rimini.

Milano – che era all’ottavo posto lo scorso anno – ha raggiunto il secondo posto grazie agli indicatori del benessere (pensioni, Pil), dei servizi e delle opportunità di svago, mentre meno bene va sul fronte della sicurezza (trend che comunque coinvolge tutti i centri più grandi o ad alta attrazione economica o turistica).

La Top Ten è occupata dai centri del Nord e del Centro (con l’aggiunta di Olbia-Tempio), di piccole o medie dimensioni (salvo appunto il caso di Milano e, in parte, di Firenze), spesso situati lungo l’arco alpino (come Bolzano, Trento, Sondrio, Cuneo, Aosta).

Tra le regioni più rappresentate in Top Ten, oltre alla Lombardia con Milano e Sondrio, anche la Toscana con il capoluogo Firenze che mette a segno un notevole miglioramento, salendo al quarto posto dal 16/o del 2014 e con Siena stabile (nona come nel 2014).

Nella parte finale si concentrano invece le province del Mezzogiorno, restituendoci l’immancabile fotografia di un’Italia tagliata in due. Le province più in difficoltà delle altre aree territoriali sono, per il Centro, Frosinone (84/a) e, per il Nord, Asti (75/a).