Variante di Valico, Italia mai più spezzata in due

Un tratto della variante di valico dell'autostrada A1, inaugurata oggi dal premier Matteo Renzi, Castiglione dei Pepoli (Bologna), 23 dicembre 2015. ANSA/GIORGIO BENVENUTI
Un tratto della variante di valico dell'autostrada A1, inaugurata oggi dal premier Matteo Renzi, Castiglione dei Pepoli (Bologna), 23 dicembre 2015. ANSA/GIORGIO BENVENUTI
Un tratto della variante di valico dell’autostrada A1, inaugurata oggi dal premier Matteo Renzi, Castiglione dei Pepoli (Bologna), 23 dicembre 2015. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

CASTIGLIONE DEI PEPOLI (BOLOGNA). – Con l’apertura della Variante di Valico, per dirla con le parole di Matteo Renzi, finirà l’era dei bimbi che vomitano in auto sul tratto appenninico dell’Autosole. Ma soprattutto dovrebbe essere la fine dei titoli dei telegiornali su “L’Italia spezzata in due” che scattavano quando incidenti o maltempo bloccavano l’A1 tra Bologna e Firenze. Mandando in tilt la circolazione stradale tra nord e sud.

La nuova infrastruttura, per il presidente del Consiglio, mostra che l’Italia “è in grado di fare opere che segnano la storia della ingegneria del mondo”. Ma è anche capace di rivelare anche altri meno lusinghieri ‘primati’ di burocrazia, “perché nessuno ci mette 32 anni per dare un via libera”.

La Variante resta comunque un’opera che segna “la storia delle autostrade” per Autostrade per l’Italia. Per questo l’ad Giovanni Castellucci respinge oggi ogni critica. Anche a chi sottolinea le code che hanno interessato proprio nel giorno dell’inaugurazione il tratto dell’A1 manda a dire che “il 23 dicembre é giorno di grande traffico, quindi prima apriamo prima diamo un grande servizio”.

Ma l’ad rimanda al mittente anche le polemiche sui tempi lunghi della realizzazione di un progetto la cui prima idea risale agli anni ’80. I lavori di costruzione, puntualizza, sono durati 9 anni da quando nel 2006 è arrivata l’ autorizzazione definitiva. All’estero i tempi per opere simili sono quelli, quindi “sono stati congrui”.

Certo fa impressione pensare che l’inserimento in convenzione dell’opera sia del 1997. Rispetto ai 2,5 miliardi di euro previsti la sola Variante ne è costata a consuntivo 4,1. Rincaro che Autostrade assicura non sarà scaricato sui pedaggi. Un incremento dovuto anche alla difficoltà tecnica di lavori in un territorio complesso, con valli strette, montagne e terreni instabili. Un aumento comunque “fisiologico” per Castellucci, che ricorda come altre opere progettate in quegli anni abbiano moltiplicato i costi per 3 o per 4.

L’opera è costata non solo in termini economici. Un’inchiesta pende a Bologna sugli smottamenti che hanno interessato alcuni edifici del paesino di Ripoli. Ma è costata anche in vite umane. Il più grave incidente sul lavoro fu il 2 ottobre 2008: tre operai morirono precipitando da una piattaforma utilizzata per la costruzione di un pilone di un viadotto a Barberino del Mugello.

Ma la Variante è anche fonte di primati: per scavare la galleria Sparvo, sede dell’inaugurazione, fu messa all’opera ‘Martina’, la più grande fresa mai realizzata al mondo. Da oggi chi viaggia tra Emilia e Toscana potrà scegliere se svalicare usando il vecchio tracciato della A1, oppure quello alternativo aperto oggi: un nuovo tratto autostradale di 32 chilometri che viaggia parallelo al vecchio, ma molto più in basso rispetto all’originario, con un valico ribassato di 226 metri, e quindi meno esposto alle bizze del meteo.

L’infrastruttura ha anche pendenze più lievi, una riduzione massima delle curve, scorre spesso in galleria, con tempi di percorrenza accorciati in media di 20 minuti. Per questo ci si aspetta che, come è successo oggi, il grosso del traffico si sposti sulla Variante. Ma in caso di incidente, o altro impedimento, il traffico potrà sempre essere deviato sul tracciato alternativo. E l’Italia non dovrebbe più spezzarsi in due.

(dell’inviata Giorgia Bentivogli/ANSA)