Borse: Cina batte Wall Street, Milano campione d’Europa

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MILANO. – La Cina batte gli Stati Uniti mentre per l’Italia si profila il titolo di campione d’Europa. Nella classifica delle borse mondiali, mentre mancano solo un paio di sedute alla fine dell’anno, spiccano ancora una volta i listini cinesi.

Shanghai e Shenzen superano senza danni apparenti il ciclone estivo che ha piegato le maggiori piazze finanziarie del Paese grazie alle misure ad ampio raggio varate dalle autorità di Pechino, non ultime le ripetute svalutazioni dello yuan.

Arrestata con le buone e con le cattive maniere (come il divieto ai grandi soci delle aziende quotate di cedere le azioni) la fuga di capitali legata alla frenata della locomotiva asiatica, Shanghai si avvia a chiudere l’anno con un rialzo del 9% (della metà, +4,5%, se i valori vengono espressi non in valuta locale bensì in dollari), rispettabile anche se lontano dal +49% messo a segno nel 2014.

E non è poi detto, visto il crollo odierno (-2,5%), che il maggior listino cinese non possa veder svanire i guadagni proprio in chiusura d’anno. Lo scettro passa quest’anno a Shenzen, che fa un balzo del 63%, ridotto a +56% se i guadagni vengono misurati con il biglietto verde.

Il rafforzamento del dollaro insieme all’attesa, durata mesi, per il ritocco all’insù dei tassi di interesse da parte della Fed (attuato poi a dicembre dopo 9 anni di politica monetaria espansiva) ha invece azzoppato Wall Street che segna, salvo aggiustamenti nelle prossime sedute, un bilancio in rosso, seppur di poco (-2%).

Fanno meglio le borse europee anche se l’effetto del quantitative easing della Bce guidata da Mario Draghi, l’altra grande manovra attuata da un banca centrale quest’anno, non incide in prima battuta sui mercati azionari bensì sui titoli di stato e sull’euro.

Piazza Affari, piatta nel 2014, ne ha comunque beneficiato più di tutti (+12% il rialzo del 2015), ha superato Parigi e Francoforte (entrambe +8%) e si è lasciata alle spalle Madrid (-7%) dove l’incertezza politica ha azzerato il vantaggio indiretto del riacquisto dei bond statali da parte della Banca Centrale Europea.

Se si guarda poi alle performance dei singoli titoli quotati alla Borsa di Milano, le operazioni straordinarie hanno aiutato mentre il petrolio debole spiega la caduta dei titoli del settore. Italcementi, pronta a passare sotto il controllo della tedesca Heidelberg, raddoppia il suo valore (+106%) e lo stesso fa Anima (+91%) grazie all’ingresso di Poste nel capitale.

Sul podio sale poi Yoox (+80%) premiata per la fusione con Net-a-Porter. La maglia nera in un finale d’anno tormentato per il settore bancario (ma non per Bpm spinta dalle attese per il risiko, +70%), va a Mps (-34%) in scivolata da questo autunno. Perdite a due cifre nel 2015 anche per Saipem (-12%) e Tenaris (-11%).

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