ROMA. – A dicembre la fiducia dei consumatori e delle imprese fa un passo indietro, ma l’ottimismo si mantiene sui “livelli elevati registrati nei mesi precedenti”. Così l’Istat che come ogni mese misura gli umori del Paese. Il passo indietro non cancella quindi una rimonta, anzi un exploit, che ha portato l’indice a recuperare lo svantaggio accumulato durante la crisi dalle imprese. E per le famiglie si è registrato qualcosa di più, visto che il mese scorso di è toccato il massimo storico.
Analizzando nel dettaglio le cifre dell’Istat, la fiducia dei consumatori è scesa al 117,6 dal 118,4, un abbassamento lieve, che quindi non modifica il quadro: basti pensare che in un anno (dicembre 2015 su dicembre 2014) l’indice ha guadagnato oltre 20 punti. Inoltre, le preoccupazioni sono concentrate sulla situazione complessiva dell’Italia, mentre la flessione è molto più attenuata se si passa a considerare il bilancio familiare e le prospettive sul futuro.
Anche gli imprenditori hanno vedute diverse, rosee se si guarda al settore dei servizi, un po’ meno sul fronte manifatturiero e decisamente in negativo nei comparti del commercio al dettaglio e delle costruzioni. Nel complesso l’indice si riduce lievemente (a 105,8 da 107,1), tornando indietro ai livelli di agosto, ma comunque al di sopra di quanto fatto registrare lo scorso anno: il 2014 si era chiuso ben sotto la soglia 100 (precisamente a 93,3).
Per la Confcommercio non c’è da preoccuparsi, l’arretramento di dicembre è solo un “aggiustamento fisiologico”, con le prospettive di ripresa che restano “immutate”. Sul fronte consumatori, il Codacons attribuisce il passo indietro “all’effetto Parigi”, ovvero all’ondata di attentati avvenuti lo scorso 13 novembre in Francia, riconoscendo come in ogni modo i valori della fiducia restino “elevati”.
Di diverso parere Federconsumatori e Adusbef, che parlano di “dati lontanissimi dalla realtà”.
