Scompare il Corpo forestale, destinato a sciogliersi nell’Arma dei Carabinieri

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ROMA. – Vicina alla fine la storica tradizione del Corpo forestale, destinato a sciogliersi nell’Arma dei Carabinieri secondo quanto prevede il decreto legislativo della riforma Madia che andrà in Consiglio dei ministri venerdì prossimo. Per il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, dall’accorpamento potrà nascere “un polo di eccellenza unico” nel settore ambientale.

Critici, invece, i sindacati forestali che annunciano un sit-in davanti a Montecitorio nella giornata del Cdm. Il premier Matteo Renzi lo ha detto più volte: “cinque forze di polizia sono troppe”. Serve ridurli nell’ottica della razionalizzazione e del risparmio. E la scure si è abbattuta sul Corpo forestale dello Stato, nato nel 1822 per opera di re Carlo Felice come “amministrazione forestale”.

Diventato Corpo Reale delle foreste con l’Unità d’Italia, venne soppresso e militarizzato nel 1926 da Benito Mussolini, che istituì al suo posto la Milizia Nazionale Forestale. Nel 1948 nacque l’attuale Corpo forestale dello Stato.

Una storia secolare, dunque, che arriva al capolinea per fondersi con un Corpo ancora più antico, quello di Carabinieri, risalente al 1814. La bozza del decreto legislativo sancisce l’assorbimento del Cfs nell’Arma, cui sono attribuite tutte le funzioni già svolte dai forestali, ad eccezione di quelle in materia di lotta agli incendi boschivi che vengono trasferite ai Vigili del fuoco.

Indosseranno la divisa dell’Arma, dunque, i settemila forestali (entro sei mesi dall’approvazione del decreto), ad eccezione di quote limitate che transiteranno nei vigili del fuoco (120), Guardia di finanza (30) e Polizia di Stato (120). Prima, però, i forestali dovranno frequentare uno specifico corso di formazione militare.

E’ proprio la militarizzazione di corpo civile a suscitare le reazioni indignate dei sindacati di categoria. Sapaf, Ugl-Cfs, Snf, Fns-Cisl, Cgil-Cfs e Dirfor hanno annunciato un sit-in di protesta per venerdì prossimo. “In extremis – spiegano – proveremo per l’ennesima volta a far capire al Governo che quel progetto si scontra con le garanzie costituzionali dei lavoratori, la buona amministrazione ed il buon senso. Se dovesse essere però confermata la volontà di far transitare tutto e tutti nei Carabinieri, sancendo la militarizzazione coatta della funzioni di polizia ambientale ed agroalimentare e del personale – minacciano – non rimarrà altro che lasciare la parola agli avvocati”.

Soddisfazione viene invece espressa dal generale Del Sette, che con i nuovi innesti vedrà accrescere il numero dei suoi effettivi. “La volontà espressa di unire il Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri – ha spiegato – tende a costituire, attraverso l’accorpamento di tutti i reparti impegnati nel settore ambientale, un polo di eccellenza unico per vastità della missione e potenzialità, capace di proporsi come modello internazionale in un futuro in cui l’ambiente dovrà sempre più essere al centro dell’attenzione del mondo”. I forestali, ha assicurato, continueranno “a fare il lavoro svolto finora, mantenendo ogni professionalità e aspettativa col nuovo stato militare”.