Marò: venerdì scade la licenza di Latorre, ma non torna in India

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ROMA. – Il presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola Latorre non ha dubbi: il marò Massimiliano Latorre “non tornerà in India e, anzi, si stanno approfondendo le possibilità per chiedere che anche Salvatore Girone rientri in Italia”. Com’è noto Massimiliano Latorre si trova in Italia per curarsi dopo l’ictus che lo ha colpito nel 2014, mentre Girone è tuttora in India, alloggiato presso l’ambasciata italiana a Delhi.

E’ atteso un pronunciamento della Corte Suprema indiana, nell’imminenza della scadenza, venerdì, della licenza di 6 mesi concessa a Latorre. E anche questa volta verrà chiesto al rappresentante del governo indiano se intende opporsi alla volontà italiana di prorogare la permanenza di Latorre in Italia, per ragione umanitarie. Finora Delhi non si è opposta. Il governo italiano mantiene sulla vicenda il più stretto riserbo in queste ore.

Il silenzio è doveroso vista anche l’ordinanza del tribunale del mare di Amburgo che ha imposto a India e Italia di “sospendere ogni iniziativa giudiziaria” in attesa dell’arbitrato. Fonti solitamente bene informate insistono sul fatto che la posizione del senatore Latorre “è stata presa a titolo personale” e che il governo italiano “presenterà ed articolerà la propria posizione nel corso dell’udienza della Corte Suprema”.

La dichiarazione del senatore è rimbalzata immediata in India, dove le reti radio e tv all news, con evidente preoccupazione, hanno ipotizzato una nuova ed intransigente posizione del governo italiano, confondendo in realtà Palazzo Madama con Palazzo Chigi. “Speriamo davvero che la parole del senatore Latorre sulla permanenza in Italia di Massimiliano Latorre e sul rientro di Salvatore Girone si realizzino”, ha commentato la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria.

“Sul caso dei marò siamo perfettamente d’accordo con il senatore Latorre”, le ha fatto eco il segretario nazionale dell’Italia dei Valori Ignazio Messina, chiedendo una linea dura. Sulla vicenda interverrà in aula al question time il ministro della Difesa Roberta Pinotti giovedì pomeriggio, ha annunciato Elio Vito, capogruppo di Forza Italia in Commissione Difesa a Montecitorio. La Corte Suprema indiana intanto ha precisato che l’udienza di domani riguarderà tre diversi fascicoli, sui quali dovrebbe limitarsi a confermare l’impossibilità al momento di procedere.

Il primo è la causa-madre con la richiesta italiana di rimuovere dall’indagine la polizia antiterrorismo Nia, vista l’esclusione dal processo della legge indiana per la repressione del terrorismo marittimo (SUA Act). Il secondo è un’istanza in cui Latorre e Girone sollevano un’eccezione di giurisdizione per il loro caso. Il terzo infine è un ricorso firmato da un membro dell’equipaggio di nome Kilsariyan in cui si chiede di reintrodurre nel processo “le principali disposizioni” del SUA Act e dell’Admiralty offences (Colonial Act).

Sul caso di Latorre l’Italia dovrebbe presentare una documentazione per attestare l’impossibilità, data la sua salute ancora carente, di un suo ritorno in India. Si dovrà infine valutare il fatto che 13 luglio 2014, prima dello stop imposto ai due Paesi dal Tribunale di Amburgo, la Corte Suprema indiana concesse la nuova estensione della permanenza in Italia di Latorre con l’accordo del rappresentante del governo di Delhi e sulla base di un affidavit di garanzia di rispetto dei termini della licenza firmato dall’ambasciatore d’Italia.

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