Riforma in Aula, l’opposizione fa un maratona notturna

L'ex ministro delle Riforme Boschi (Ansa)
Il ministro delle Riforme Boschi (Ansa)
Il ministro delle Riforme Boschi (Ansa)

ROMA. – Il voto sul ddl Boschi è ormai scontato. La terza lettura deve solo confermare un testo che ha già superato nel merito il vaglio di Camera e Senato. E non si attendono sorprese. Ma le opposizioni vogliono comunque far sentire la propria voce e “inchiodano” i senatori ad una discussione generale che dura l’intera notte.

“I tempi non sono contingentati – avverte il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, a inizio seduta – e gli iscritti a parlare in Aula sono 93, pertanto i lavori dell’Aula vanno avanti”. E “avanti” significa che “armonizzando al massimo i lavori” e “dando la possibilità a tutti di intervenire” si può “andare avanti fino alle 7,30 del mattino” per arrivare a sospendere i lavori per un paio d’ore “e riprendere alle 9.30” fino alle 16. Per un monte complessivo di 25 ore di dibattito.

Qualsiasi cosa accada, poi, “alle 17 cominciano le dichiarazioni di voto alle quali seguirà il voto”, così come deciso dalla Conferenza dei capigruppo. E “quest’ennesimo paletto” messo dalla maggioranza all’iter della riforma fa andare su tutte le furie l’opposizione che parla, come fa la presidente del gruppo Misto-Sel Loredana De Petris, apertamente di “tagliola”.

Ma non è la “maratona oratoria” l’unica forma di protesta messa in campo da chi contesta una “riforma costituzionale pasticciata che – sottolineano i Cinque Stelle – mette il Paese a rischio di una deriva autoritaria”.

Poche ore prima del voto finale dell’Aula, tutti i vari comitati del “no” per il referendum costituzionale sfileranno, infatti, nella Sala Nassirya di Palazzo Madama in ben tre diverse conferenze stampa. Comincerà quello di natura popolar-centrista che ha tra i politici di riferimento Mario Mauro (Gal) e Carlo Giovanardi (Idea) alle 12. Seguiranno quello di sinistra guidato da Sel alle 14 e quello del centrodestra, con i capigruppo di FI, Lega e FdI alle 14.30.

Tutti per dire “forte e chiaro” il proprio no ad un provvedimento “pericoloso e scritto male” e per annunciare battaglia contro il ddl Boschi nel referendum che dovrà dire la parola definitiva sulla riforma che trasforma il bicameralismo paritario.

E il fronte del “no” si “arricchisce anche di new entry come quella di Gaetano Quagliariello, ex “saggio” nominato da Napolitano per cambiare la Carta del ’48 ed ex ministro delle Riforme, ora fondatore di “Idea”: forza politica formata per lo più da ex Ncd. Per lui, spiega, si tratta di “una scelta sofferta”, ma non può fare altrimenti visto che comunque “un problema di equilibrio costituzionale” esiste eccome con questo ddl.

I più agguerriti, nella “notte bianca della democrazia” (come viene ribattezzata sul blog di Grillo), sono i 5 stelle che in ogni loro intervento attaccano “la madre costituente”, cioè il ministro Maria Elena Boschi, seduta ai banchi del governo insieme al sottosegretario Luciano Pizzetti, non solo per il provvedimento che prende il suo nome, ma anche per via del padre Pier Luigi Boschi coinvolto nell’inchiesta su Banca Etruria, vicenda per la quale i pentastellati presentano contro Boschi e Renzi una mozione di sfiducia.

(di Anna Laura Bussa/ANSA)