Argentina, festa per la canonizzazione del “prete-gaucho”

Brochero il prete-gaucho
Brochero il prete-gaucho
Brochero il prete-gaucho

BUENOS AIRES. – Nel cuore dell’Argentina, in mezzo alle montagne nella provincia di Cordoba, è stata una giornata di festa per l’annunciata canonizzazione di Josè Gabriel Brochero, il ‘prete-gaucho’ del paese. Tra i tanti argentini presenti alla celebrazione in onore del futuro santo – il primo nato, vissuto e morto in terra argentina – c’era il presidente Mauricio Macri, il quale ha sottolineato che Brochero rappresenta “l’esempio di quanto vogliamo per il nostro paese: ha scommesso sul futuro, è sempre stato, ed ha lavorato, vicino alla gente. E’ stato un uomo positivo”.

Il ‘cura’ (sacerdote) Brochero è molto noto nel paese. Vestito con il tradizionale poncho e cappello a larghe tese, percorreva instancabilmente nella seconda metà dell’Ottocento la sua vasta parrocchia a Cordoba. Il “prete gaucho” – primo sacerdote e ottavo beato argentino – è morto del 1914, a 74 anni, cieco e sordo, vittima della lebbra che gli avevano trasmesso i malati che assisteva. Fu d’altra parte in prima linea nei soccorsi ai moribondi durante l’epidemia di colera che colpì Cordoba nel 1867.

La beatificazione è stata proclamata da Benedetto XVI alla fine del 2012, dopo un processo lungo e con tanti ostacoli. Nel 2004 Brochero era stato dichiarato venerabile, mentre la sua causa di canonizzazione era stata autorizzata già nel 1967. Poi, venerdì scorso, papa Francesco ha ricevuto il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e nel corso dell’udienza ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto riguardante proprio quello relativo al secondo miracolo attribuito all’intercessione del ‘sacerdote-gaucho’. Quello necessario a proclamarne la santità.

A chiudere la “settimana Brocheriana” a ‘Villa Cura Brochero’, un piccolo paese in mezzo alle montagne, è stato con una messa l’arcivescovo di Buenos Aires, cardinale Mario Poli, insieme a vescovi, sacerdoti e politici locali, con alla guida il governatore di Cordoba, Juan Schiaretti.

Il villaggio ha accolto una moltitudine di pellegrini giunti da tutta l’Argentina, in particolare dal centro e dal nord del paese, l’area dove il “prete-gaucho” ha portato per anni aiuto e conforto ai più poveri, oltre a diffondere la sua opera di evangelizzazione e la spiritualità di sant’Ignazio di Loyola. Quest’anno il ricordo di Brochero è stato segnato appunto dall’annunciata canonizzazione.

Qualche tempo fa Jorge Bergoglio aveva mandato in dono una campana su cui si legge la seguente scritta: ‘Jose’ Gabriel Brochero, un pastore che odora di pecora’.

Il primo santo nato in Argentina è invece San Hector Valdivielso Saez, conosciuto anche come San Benito de Jesus (1910-1934), ma all’età di quattro anni venne portato dai suoi genitori in Spagna, dove è morto durante la rivoluzione delle Asturie, prima della guerra civile spagnola.

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