Mattarella, basta esecuzioni capitali nel mondo

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ROMA.- “Liberare” il mondo dalla pena capitale per l’Italia era ed è “un dovere irrinunciabile”. A meno di 24 ore dall’appello di papa Francesco che ha chiesto, oltre all’abolizione della pena di morte, almeno una “moratoria” delle esecuzioni “in questo Anno Santo della Misericordia”, Sergio Mattarella interviene con decisione sul tema ricordando quali siano i valori del vecchio Continente e quanto la pena capitale sia anche inutile come strumento di prevenzione dei reati.

Occasione del richiamo del presidente della Repubblica è stato un simposio internazionale organizzato dalla comunità di sant’Egidio a Roma dall’esplicito titolo “Non c’è giustizia senza vita”. E il capo dello Stato ha approfittato dell’occasione anche per stimolare Governo e Parlamento a riprendere in cura il sistema penitenziario italiano da anni in forte sofferenza: bisogna “adeguare il sistema penale e carcerario ai principi di umanità consentendo ai carcerati una vita dignitosa durante la pena e dando loro la possibilità di progettare un futuro dopo aver effettivamente pagato per gli errori commessi”.

Ma è la battaglia difficilissima per l’abolizione globale della pena di morte il cuore dell’intervento di Mattarella. Il presidente è da poco rientrato da un viaggio negli Stati Uniti, simbolo attualissimo di un Paese occidentale ed alleato dove la frase biblica “occhio per occhio, dente per dente”, la cosiddetta “legge del taglione”, viene ancora interpretata alla lettera in molti Stati dell’Unione.

Non a caso Mattarella ha ricordato la tradizionale battaglia delle Nazioni Unite che, consapevole delle difficoltà oggettive di una abolizione globale, da anni si batte per una “moratoria” delle esecuzioni. Il ragionamento del capo dello Stato parte da un concetto che invece ormai nell’Unione europea è scolpito nella pietra: “la dignità di ogni uomo non è una variabile indipendente ma il fondamento della civiltà”.

“Chiunque voglia entrare nell’Unione europea sa – ha ricordato – di dover cancellare la pena di morte – se esistente – dalle proprie regole. Non si è europei se si mette in discussione questo principio. Non può esserci Europa senza il rispetto della vita”. E Mattarella, sviluppando un ragionamento fatto in precedenza dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha spiegato che tantomeno oggi bisogna cedere a questi “impulsi” pensando di vincere così la sfida del terrorismo fondamentalista.

“Purtroppo non è sopito l’impulso di affidare alla pena di morte la speranza di vincere paure e insicurezze. Le esecuzioni capitali hanno un prezzo di vite umane ancora troppo alto; e sarebbe comunque inaccettabile anche se la pena cadesse su una sola persona”. Piuttosto “l’effetto deterrente della punizione legale dipende molto di più dalla certezza e dalla prontezza con cui una sanzione, anche severa, viene applicata, che non dal suo carattere estremo e irrimediabile”.

Un altro monito che può benissimo essere letto in chiave italiana dove i ritardi della Giustizia sembrano indomabili.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)