Sabato Macri dal Papa, nuovo ciclo nei rapporti

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BUENOS AIRES.- I rapporti tra l’Argentina e la Santa Sede voltano pagina. Proveniente dalla ‘sua’ Buenos Aires, il Papa riceverà sabato in Vaticano Mauricio Macri, che conosce da tempo visto tra l’altro che il nuovo presidente è stato per anni il sindaco della capitale. Macri ha voluto essere accompagnato da una delegazione al massimo livello, e cioè il suo capo gabinetto, Marcos Peña, la ministro degli esteri Susana Malcorra e il segretario per la pianificazione strategica della Casa Rosada, Fulvio Pompeo, oltre ai governatori di tre regioni del paese, due dei quali dell’opposizione peronista.

Al di là dei tanti temi in discussione, i media argentini sottolineano l’importanza, oltre alla delicatezza, della missione Macri in Vaticano. Il viaggio chiuderà da una parte questi tre anni anni di intensi rapporti tra la Santa Sede e il governo peronista di Cristina Fernandez de Kirchner e dall’altra aprirà appunto una fase del tutto nuova.

I cambiamenti saranno consistenti. Il governo Macri intende incanalare i rapporti in modo rigoroso lungo i consueti canali istituzionali, mettendo da parte l’esuberanza, e in qualche caso anche l’irruenza, con la quale il peronismo aveva gestito le relazioni. Non ci saranno più per esempio le tante, e spesso folte, delegazioni argentine che in questi anni si recavano in Vaticano per incontrare il Papa connazionale. “Vogliamo preservare le relazioni istituzionali e formali per poter sviluppare i contenuti dei rapporti con normalità”, ha detto qualche giorno fa all’Ansa il nuovo ambasciatore argentino Rogelio Pfirter, sottolineando l’enorme importanza che Buenos Aires “assegna alla Santa Sede, oltre al riconoscimento della leadership spirituale e mondiale del Santo Padre”.

Non mancano d’altro lato gli interrogativi e le analisi su quali siano i rapporti tra il presidente degli argentini e il Papa argentino. C’è chi dice distante, persino fredda, per una serie di ragioni, tra l’altro per le posizioni prese dal Macri sindaco nel corso degli anni su temi chiave, per esempio sul matrimonio egualitario. E d’altro lato di recente in Argentina si è parlato molto della legittimità dell’arresto di Milagro Sala, nota leader indigena della provincia di Jujuy, che ha scatenato una forte polemica fra chi la considera una sorta di ‘prigioniero politico’ e chi sottolinea invece le sue responsabilità alla guida di una potente rete clientelare peraltro in una delle regioni più povere del paese.

Il Papa ha qualche giorno fa inviato un rosario a Milagro: sono subito scattate le polemiche sul fatto se si sia trattato di un legittimo gesto religioso oppure di un’intromissione. A intervenire sul giornale La Nación è stato monsignor Victor Manuel Fernandez, rettore dell’Università cattolica di Buenos Aires e uomo molto vicino a Bergoglio, il quale ha sottolineato che tali “furiose critiche” non aiutano certo “alla pacificazione dell’Argentina”. Ricordando inoltre “una tendenza sgradevolmente sciovinista in molti argentini i quali considerano l’universo intero a partire dei propri interessi ideologici o politici, guardandosi l’ombelico anche quando parlano di ‘apertura al mondo'”.

(di Martino Rigacci/ANSA)

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