Hillary sbanca South Carolina, trionfo fra afroamericani

Democratic presidential candidate Hillary Clinton waves to supporters celebrating her victory in the South Carolina primary in Columbia, South Carolina, USA, 27 February 2016. EPA/RICHARD ELLIS
Democratic presidential candidate Hillary Clinton waves to supporters celebrating her victory in the South Carolina primary in Columbia, South Carolina, USA, 27 February 2016. EPA/RICHARD ELLIS
Democratic presidential candidate Hillary Clinton waves to supporters celebrating her victory in the South Carolina primary in Columbia, South Carolina, USA, 27 February 2016. EPA/RICHARD ELLIS

NEW YORK.- Tripletta Hillary Clinton. La candidata democratica sbanca in South Carolina stracciando il rivale Bernie Sanders. Una vittoria schiacciante con il 73,5% delle preferenze, grazie alla pioggia di voti degli afroamericani. Hillary è ora proiettata verso il Supertuesday del primo marzo, quando spera di infliggere il colpo finale a Sanders e conquistare, in netto anticipo, la nomination. Con il South Carolina, Hillary porta a tre le vittorie nei quattro stati dove i democratici hanno votato.

La First lady nel Palmetto State era la favorita ma pochi immaginavano che lo potesse conquistare con un margine così ampio. Hillary invece non solo ha vinto ma ha stravinto, riuscendo a conquistare il ‘popolo di Obama’, quegli elettori afroamericani che nel 2008 le avevano girato le spalle preferendole il senatore dell’Illinois. Fra gli afroamericani Hillary fa addirittura meglio di Obama, conquistando l’84% dei voti a fronte del 78% del presidente americano.

Sanders ammette la batosta, forse il colpo fatale alla sua campagna. “Siamo stati decimati. Ci hanno massacrato” afferma il senatore del Vermont, mostrando però ottimismo in vista dell’appuntamento cruciale del Supertuesday. Sanders ritiene di poter vincere in almeno cinque degli 11 stati che andranno al voto. E di poter vincere in altri stati cruciali che voteranno più avanti, inclusi California, Michigan e New York.

I sondaggi al momento non sono però a suo favore. Secondo le ultime rilevazioni del Wall Street Journal, Hillary è in vantaggio in Georgia di 34 punti, in Tennessee di 26 punti e in Texas di 21 punti.

Fra i repubblicani, Donald Trump vola in alcuni stati, ma non nell’importante Texas, quello che ha in palio il maggior numero di delegati. Ted Cruz, infatti, è in testa in Texas con un margine di 13 punti sui suoi rivali. Dati che non scuotono Trump, convinto del suo successo finale a scapito degli altri candidati repubblicani: “Alla fine sarà fra me e Hillary la corsa alla Casa Bianca”.

Trump sembra non fare i conti con gli attacchi incrociati che gli arrivano da Cruz e Marco Rubio, con l’ostilità nei suoi confronti del partito repubblicano e con i suoi scivoloni. L’ultimo, in ordine temporale, twittare una frase di Benito Mussolini e non prendere le distanze dai suprematisti bianchi del KKK.

Hillary, nel discorso della vittoria in South Carolina, non nomina direttamente Trump, ma lo attacca comunque. “Altro che costruire muri, dobbiamo abbattere le barriere, abbatterle tutte”, dice riferendosi al muro che il tycoon vorrebbe costruire al confine con il Messico. “Non dobbiamo far tornare l’America Grande, l’America è già grande”, aggiunge questa volta riferendosi allo slogan di Trump ‘Make America Great Again’.

Hillary guarda poi avanti, a una campagna che abbandona i confini dei singoli stati e che diventa nazionale. E vede a portata di mano quella nomination che le è sfuggita nel 2008.

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