L’Ue allerta l’Italia sul peso del debito

(ANSA/AP Photo/Francois Walschaerts)
Italian Finance Minister Pier Carlo Padoan, center, arrives for a meeting of eurozone finance ministers at the EU LEX building in Brussels on Tuesday, July 7, 2015.     (ANSA/AP Photo/Francois Walschaerts)
Italian Finance Minister Pier Carlo Padoan, center, arrives for a meeting of eurozone finance ministers at the EU LEX building in Brussels on Tuesday, July 7, 2015. (ANSA/AP Photo/Francois Walschaerts)

BRUXELLES – Allerta debito per l’Italia. Ma il premier Matteo Renzi rassicura escludendo ogni rischio manovra. E ribadisce che i conti pubblici italiani “non sono al sicuro, ma allo strasicuro”.
– Da quando ci siamo noi, se c’è una manovra – aggiunge lasciando Bruxelles – è finita l’epoca dei politici che alzano le tasse. Se ci sarà una manovra sarà per ridurre le tasse. Non c’è niente di cui aver paura.

Parole nel giorno in cui l’Eurogruppo, come previsto dall’agenda, torna a discutere della situazione dei conti pubblici dei paesi più a rischio di non rispetto delle regole, Italia inclusa. E arriva un nuovo ‘richiamo’, simile nei toni a quello contenuto nell’opinione di novembre sulla legge di stabilità, ma aggiornato alla situazione attuale: da novembre, scrive l’Euro-gruppo, “sono state prese misure che aumentano il deficit, e c’è un rischio di significativa deviazione dall’aggiustamento”.

Uno scostamento che “rimane anche se venisse accordato il massimo potenziale di flessibilità”. Non solo. L’Italia non rispetta la regola del debito né nel 2015 né nel 2016.
Ma il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan non si allarma, e sottolinea come sia importante il fatto che ora lo stesso Eurogruppo riconosca che “il debito si è stabilizzato e che comincerà a scendere” nel 2016.

– Anche se – ammette – ci sono alcuni margini di aggiustamento che andranno sfruttati.
Fonti del Mef spiegano che il confronto con l’Euro-gruppo sui bilanci è stato costruttivo e che nella sostanza della dichiarazione finale non c’è nulla di nuovo. Del resto, “lo scostamento significativo” del deficit strutturale, che si deteriora dello 0,7% nel 2016 invece di migliorare dello 0,1%, faceva già parte dei rilievi della Commissione a novembre. E già allora Bruxelles chiese all’Italia di intervenire, in corso d’anno, per evitare che la deviazione porti ad un richiamo formale ed alla bocciatura delle richieste di flessibilità.

Invece l’Eurogruppo rileva che da novembre non sono state prese misure in tal senso. E nonostante riconosca che “il rapporto debito/pil si è stabilizzato nel 2015 e comincia a scendere nel 2016, l’alto debito resta motivo di preoccupazione”. Tanto che “in base alle previsioni d’inverno, l’Italia non rispetterà la regola del debito nel 2015 e 2016”.

Le preoccupazioni dell’Eurogruppo, che hanno riguardato anche Spagna, Austria, Portogallo, Lituania, Belgio e Slovenia, dovrebbero essere riprese anche dall’Ecofin, che pure tornerà a discutere dei Paesi a rischio. Questo mentre la Commissione darà i suoi giudizi sugli squilibri macroeconomici, lasciando l’Italia tra i Paesi con squilibri eccessivi ma che non richiedono interventi correttivi.

E alla volta di Roma e delle altre capitali con i conti sotto tiro, dovrebbero partire altrettante lettere che ricordano loro gli impegni presi. Ma non sarà un avvertimento, perché Bruxelles confida che il Governo italiano faccia qualche passo in più per ridurre il debito, e possa vedersi così la strada spianata alla concessione a maggio di tutta la flessibilità richiesta.

Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici spiega che il confronto va avanti, e che “l’Italia sa cosa deve fare per essere in regola”. Di certo aiuta quello che definisce “nuovo clima, ma una cosa è il clima un’altra è la sostanza e a volte è differente”.

Dal canto suo Padoan ribadisce che l’obiettivo “è di continuare sulla strada che abbiamo imboccato da tempo: da un lato il sostegno alla creazione di occupazione attraverso investimenti e riforme che cambiano in modo strutturale le potenzialità del nostro Paese, dall’altro una gestione responsabile delle finanze pubbliche con l’obiettivo di ridurre progressivamente il debito”.

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