Fed lascia i tassi fermi, sviluppi del mondo un rischio per Usa

L'ombra di una persona sulla porta di vetro della Federal Reserve.
L'ombra di una persona sulla porta di vetro della Federal Reserve. EPA/SHAWN THEW
A Federal Reserve security agent prior to Chair of the US Federal Reserve Janet Yellen's press conference at the Federal Reserve in Washington, DC, USA, 16 March 2016.  (FOMC), led by Fed Chair Yellen.  EPA/SHAWN THEW
A Federal Reserve security agent prior to Chair of the US Federal Reserve Janet Yellen’s press conference at the Federal Reserve in Washington, DC, USA, 16 March 2016. (FOMC), led by Fed Chair Yellen. EPA/SHAWN THEW

NEW YORK. – La Fed lascia i tassi di interesse invariati. E, pur assicurando che continuerà ad andare avanti verso una normalizzazione della propria politica monetaria, dimezza la velocità con cui intende procedere: quest’anno sono previste solo due strette, a fronte delle quattro stimate in dicembre. A pesare sono gli ”sviluppi economici e finanziari nel mondo che continuano a rappresentare un rischio per l’economia americana”.

Ma all’orizzonte – rassicura la Fed – non ci sono tassi di interesse negativi e ulteriori stimoli. La frenata della Fed nella marcia all’aumento dei tassi spinge Wall Street. Dopo un avvio negativo e una seduta debole, i listini americani girano in positivo e corrono. Le Borse europee sono già chiuse quando la Fed annuncia le sue decisioni.

Anche le piazze europee si sono mostrate caute durante la seduta in attesa di maggiore chiarezza sulle prossime mosse della banca centrale americana. Piazza Affari chiude in lieve calo, -0,18% fra scambi limitati. Il petrolio vola, chiudendo a 38,64 dollari. La Fed intende muoversi con ”cautela”: il mantenimento della politica monetaria è ”prudente” perché ”consente di verificare se il mercato del lavoro continua a migliorare nonostante i rischi che arrivano dall’estero” afferma Janet Yellen, sottolineando che la strada davanti alla politica monetaria è ”incerta con l’economia che evolve.

Le decisioni saranno prese riunione per riunione”. Yellen non esclude quindi un possibile rialzo dei tassi in aprile, quando è in calendario la prossima riunione. ”E’ un incontro aperto” dice. Ma gli analisti scommettono su giugno e novembre-dicembre. Secondo le stime della Fed i tassi si attesteranno allo 0,875% alla fine dell’anno, implicando due rialzi da un quarto di punto.

Ma Yellen invita alla cautela nel leggere le stime, le cosiddette ‘dot plot’: ”non sono una promessa di azione” perché la politica monetaria ”non è predeterminata. Visto che l’economia e’ vicina alla piena occupazione e l’inflazione è in rialzo, le nostre stime sono per rialzi graduali”.

La revisione al ribasso del numero delle strette è legata anche al rallentamento dell’economia, con il Pil americano previsto crescere del 2,2% quest’anno, meno del 2,4% stimato in precedenza, e al 2,1% nel 2017. Leggera revisione al ribasso anche per l’inflazione, che raggiungerà il target del 2% nei prossimi 2-3 anni.

Confermata invece la stima sul tasso di disoccupazione, previsto scendere quest’anno al 4,7%. ”Il mercato del lavoro continua a migliorare” mette in evidenza Yellen, dicendosi sorpresa del fatto che i salari non siano aumentati di molto. ”Questo indica che ci sono ancora debolezze nel mercato del lavoro” aggiunge Yellen.