L’On. Merlo in Venezuela: “Torno in Italia preoccupato”

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CARACAS – La classica toccata e fuga. Nessun incontro a porte aperte con la nostra Collettività, forse per evitare di affrontare, in un dibattito franco e schietto, i connazionali, giovani e anziani, che soffrono le conseguenze di una crisi economica e sociale devastante.

Solo una riunione ristretta, in una saletta di un Hotel molto “in” della capitale, il “Renaissance”, con pochi connazionali, alcuni membri del Comites – i soliti -, vari mestieranti dell’emigrazione e gli integranti del Maie; una breve visita in Consolato, dove è stato ricevuto dal Console Generale d’Italia, Mauro Lorenzini; e incontri con i deputati William Barrientos e Carlo Prosperi.

Il breve soggiorno dell’On. Ricardo Merlo, deputato eletto nella circoscrizione America Meridionale, è durato meno di due giorni ed è trascorso per lo più dentro l’accogliente spazio dell’Hotel, accompagnato dai rappresentanti del suo partito in Venezuela. Poco, troppo poco anche per un politico navigato, come l’on. Merlo, non tanto o non soltanto per capire l’odierno “realismo magico” del Venezuela e le difficoltà che deve affrontare la Comunità ma soprattutto per cercare di tratteggiare una strategia che, al di là delle promesse pre-elettorali, riesca davvero a offrire qualche soluzione concreta, anche piccola, ai nostri problemi.

In particolare quelli che deve affrontare la comunità meno abbiente, oggi purtroppo sempre più numerosa, ma che non era quella presente all’incontro quasi “privato” del parlamentare con pochi industriali svoltosi nel “Renaissance”.

– Torno a Roma molto preoccupato – ha dichiarato l’on. Merlo alla “Voce” -. Negli incontri sostenuti, mi sono state trasmesse le ansie dei nostri pensionati e i timori dei connazionali per l’insicurezza. Mi è stato detto che ormai nel Paese mancano medicine, generi alimentari e, addirittura, la carta igienica. E’ probabile che prossimamente non ci sia neanche l’acqua. A Roma informerò il Parlamento, il Governo e, in particolare, il Ministero degli Affari Esteri. Secondo me bisogna dichiarare l’emergenza della Comunità italiana in Venezuela.

L’on. Merlo è convinto che con la dichiarazione dell’emergenza “potrebbero essere destinati più fondi al nostro Consolato e questo, a sua volta, potrebbe dirottarli verso l’assistenza sociale”.

– Mi è stato raccontato – ha proseguito – che vi sono 700 assistiti in Consolato che prendevano 40mila bolìvares e che ora ne ricevono solo 15mila. C’è chi non riesce a trovare le medicine e chi chiede denaro per mangiare. E’ una situazione preoccupante. L’italiano ne deve prendere coscienza.

Sottolinea che la realtà che vive il Paese è insostenibile.
– Non si può andare avanti così – ha affermato -. Ci deve essere un cambio; in un futuro prossimo, non sappiamo quando, sicuramente ci sarà.

Poi, senza far cenno a quanto già è stato fatto dai colleghi parlamentari che l’hanno preceduto in questi anni – il caso, ad esempio, dell’on. Fabio Porta, che in Venezuela è di casa, o della delegazione del Comitato per le Questioni per gli Italiani all’Estero, presieduto dal senatore Claudio Micheloni -, l’on. Merlo ha assicurato che prenderà a cuore il caso delle pensioni in Venezuela e ha affermato:

– Il governo del Presidente Maduro deve rispettare le pensioni italiane. Deve rispettare la comunità italiana.
Ha quindi commentato che è necessario chiedere al governo venezuelano l’autorizzazione che permetta ai connazionali di ricevere la pensione in bolìvares o in euro, se così lo desiderano.

– In Argentina è stato autorizzato con una semplice circolare – ha ricordato -. Non sarà facile. Dobbiamo insistere, anche se ci sarà detto che è impossibile.

Purtroppo, però, le radici del problema dei “pensionati in convenzione” derivano dal calcolo che realizza l’Inps in Italia e non dal Venezuela

Per concludere, l’on. Merlo ha informato che chiederà sia ripristinata la presenza di un esperto antisequestro, inspiegabilmente richiamato in sede in seguito a suggerimento del precedente ambasciatore, Paolo Serpi.

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