Concorso prof: 165.578 domande e valanga di ricorsi

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ROMA. – Hanno raggiunto quota 165.578 le domande di partecipazione al concorso per docenti – 63.712 i posti “in palio” – sul quale rischia di abbattersi una valanga di ricorsi. Il Ministero dell’Istruzione ha tirato le somme della procedura di iscrizione on line partita lo scorso 29 febbraio e conclusasi ieri alle 14, con buona pace di chi, come l’Anief, invocava una proroga dei termini per un “tilt del sistema” che avrebbe creato problemi a “migliaia di docenti”.

La regione con più domande presentate è la Campania (24.125), seguita da Lombardia (22.630), Sicilia (17.725) e Lazio (16.191). Soltanto 890 gli iscritti dal Molise. Quanto all’identikit del candidato, l’85,2% delle domande è stato inoltrato da donne, percentuale che sale al 95,6% se si guarda al bando della primaria e dell’infanzia, e che si attesta al 91,7% per il sostegno. Il 63,1% delle domande arriva da under40 (con un picco del 69,9% in Lombardia). L’età media generale è di 38,6 anni (34 per il sostegno).

Nel dettaglio sono 97.719 le domande per il bando relativo a scuola dell’infanzia e primaria, 58.254 per la secondaria di I e II grado, 9.605 per il sostegno. Per conoscere le date delle prove scritte, che si svolgeranno da fine aprile, bisognerà ora aspettare l’avviso che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 aprile.

Il ministro Giannini è soddisfatta per l’alta adesione al concorso (al di sotto comunque della platea di 200.000 candidati stimata dal Miur): “la numerosa presenza di giovani dimostra che siamo sulla strada giusta”, “continua l’impegno del Governo per portare qualità, stabilità ed energie nuove nella scuola”.

“Dopo anni di mancate risposte sul tema del precariato storico e di concorsi che si sono svolti a singhiozzo” si sta cercando – ha spiegato il ministro – di “riportare il Paese alla normalità: con la Buona Scuola prevediamo bandi ogni tre anni e dunque certezze sui tempi di selezione per l’ingresso nella scuola”.

Certezze non sembrano esserci, invece, sui numeri dei partecipanti. Il Tar del Lazio, con una serie di decreti monocratici, ha ritenuto che debbano partecipare alla prova, con riserva, anche centinaia di docenti non in possesso dell’abilitazione seppure spesso assunti come supplenti dalle Graduatorie di Istituto. Il Tar dovrebbe emettere i primi giudizi pilota il prossimo 7 aprile. E, secondo i legali di Adida (Associazione Docenti Invisibili da Abilitare) stanno per essere depositati ricorsi per oltre 5mila docenti e sarebbero oltre 20mila coloro che hanno tentato la strada del Tribunale amministrativo.

Secondo il Codacons è stata spianata la strada al ricorso collettivo promosso dalla stessa associazione in favore di tutti i candidati esclusi dal concorso. Il M5S parla di “impressionante dilettantismo e cecità del ministero” e prospetta il “caos più assoluto” se nel corso dei prossimi giorni o settimane, i giudici dovessero ripetere la sentenza odierna.

Ma la responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero si chiede se “tutti abbiano presente che la scuola non è fatta per creare posti di lavoro per i docenti, ma per gli studenti e la loro formazione” ricordando che il precariato scolastico “è stato creato proprio da chi ha consentito l’accesso a tutti, indipendentemente dalla capacità di insegnare”.

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