Renzi in Iran con le imprese italiane al seguito

Renzi e Rouhani durante la visita a Roma
Renzi e Rouhani durante la visita a Roma
Renzi e Rouhani durante la visita a Roma

TEHERAN. – Fate presto, con la fine delle sanzioni “ci sono tantissimi paesi in fila” per fare business in Iran. Con questo invito alle imprese italiane, il presidente Rohani aveva chiuso a gennaio la storica visita in Italia, la prima in Europa all’indomani del rientro a pieno titolo di Teheran nella comunità internazionale grazie all’accordo sul nucleare.

E dopo la missione di febbraio con 197 imprese, guidate dai ministri Delrio e Martina, Matteo Renzi vola a Teheran per una visita ai massimi livelli visto che, oltre al presidente iraniano, incontrerà sempre martedì anche la Guida Suprema del Paese sciita, l’ayatollah Ali Khamenei.

“Sono il primo ad andare in Iran” sottolinea Renzi con orgoglio, mettendo in evidenza il suo interesse per il Paese oggi guidato da Rohani. D’altra parte la politica dell’attenzione verso la repubblica islamica ha un illustre precedente, quello di Romano Prodi, che Renzi richiama dicendo di muoversi “in continuità” con l’ex leader dell’Ulivo.

Nonostante la polemica mondiale sui nudi coperti in Campidoglio, la missione di Rohani a Roma era stata considerata un successo per il governo italiano: contratti miliardari, una ventina di accordi bilaterali, in particolare nei settori minerario, energetico e infrastrutturale ma anche il comune impegno nella lotta al terrorismo dell’Isis.

Un rafforzamento di relazioni, già buone, tra i due Paesi che mette l’Italia in prima fila nella progressiva apertura al mercato annunciato dall’Iran che mira, secondo fonte Sace, ad attrarre tra i 30 e 50 miliardi di dollari di investimenti esteri annui. E con il ritiro delle sanzioni il nostro export potrebbe aumentare di quasi 3 miliardi di euro nei prossimi 4 anni.

Oltre all’oil&gas, i settori sui quali le imprese italiane puntano a ramificarsi nel Paese è quello dei trasporti (treni, aerei e auto, vista la necessità di rinnovare un parco circolante di 14 milioni di unità molto vecchio).

La decisa crescita demografica – attualmente sono 77 milioni gli iraniani ma si prevede che raggiungeranno i 100 milioni entro il 2050 – necessiterà di un’offerta abitativa adeguata e per questo significativi spazi di sviluppo sono attesi nel settore dei materiali da costruzione e dei macchinari per la lavorazione di marmo e granito, materie prime di cui il Paese è molto ricco.

Ma anche nel nuovo clima politico ed economico maturato a seguito dell’intesa con la comunità internazionale sulla questione nucleare, nella teocrazia iraniana, relazioni diplomatiche e investimenti viaggiano di pari passo. Per questo l’attenzione politica verso l’Iran è coltivata con cura dal governo Renzi con ben tre missioni di sistema, condotte da vari ministri.

Per favorire gli investimenti reciproci, il Consiglio dei ministri ha da poco approvato anche un ddl che ratifica l’accordo tra i due paesi per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.

Renzi incontrerà martedì in mattinata, nel complesso di Sadabad, Rohani con il quale dopo il bilaterale pranzerà. Nel pomeriggio avrà un incontro con il presidente del Consiglio del discernimento Hashemi Rafsanjani e più tardi avrà un colloquio con la Guida Suprema Khamenei, massimo riconoscimento per un leader occidentale.

Mercoledì sarà la giornata della firma di memorandum e accordi delle imprese al termine del business forum alla Camera di Commercio di Teheran, al quale parteciperà anche il ministro degli Esteri Zarif.

(dell’inviata Cristina Ferrulli/ANSA)