Giustizia: in Italia poca fiducia nei magistrati

Toghe appoggiate su un tavolo. In secondo piano il tavolo del giudice con la scritta "La legge è uguale per tutti"
Toghe appoggiate su un tavolo. In secondo piano il tavolo del giudice con la scritta "La legge è uguale per tutti"

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BRUXELLES. – Gli italiani non si fidano dei magistrati. E la giustizia italiana resta tra le più lente in Europa, anche se ci sono miglioramenti e Bruxelles apprezza gli sforzi che sta mettendo in campo il governo per voltare pagina.

E’ l’ultima conferma arrivata dallo ‘scoreboard’ Ue della giustizia, la tabella-indicatore messa a punto dalla Commissione europea per valutare la performance dei sistemi giudiziari dei 28 e utilizzata anche per il semestre europeo su riforme e squilibri.

Quest’anno, per la prima volte, vi è stata inserita la percezione dell’indipendenza dei giudici da parte dei cittadini, valutata in base a un’indagine dell’Eurobarometro.

A essere più scettici in Europa degli italiani sull’operato della magistratura, solo bulgari e slovacchi: la percezione da parte dei cittadini dell’indipendenza delle toghe per il 61% è abbastanza o molto negativa, e sale addirittura al 70% per le imprese. Tra le ragioni addotte, pressioni da parte del governo o di politici (69%), pressioni provenienti da interessi economici o di parte (65%), uno status dei giudici che non ne tutela l’indipendenza (48%).

Una situazione che la stessa commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova ha riconosciuto posizionare l’Italia come “una tra le più basse in Europa”, ma allo stesso tempo considerandola come un retaggio degli anni scorsi.

Segnati dai conflitti tra l’ex premier Silvio Berlusconi e le toghe e non solo. “Sono consapevole del fatto che la persistenza di una percezione negativa dell’indipendenza della magistratura è eredità dei tempi e dei governi passati”, ha detto Jourova, mentre “apprezzo molto gli sforzi dell’attuale governo”, ha sottolineato.

E il Guardasigilli Andrea Orlando, con un tweet, ha sottolineato che lo ‘scoreboard’ Ue “certifica la bontà del primo anno di governo in materia di giustizia, 2014, miglioramenti ulteriori e più evidenti a fine 2015”.

Secondo l’analisi che emerge dal rapporto Ue illustrata dalla commissaria, “ci sono alcuni segni di miglioramento” nella giustizia italiana, in particolare “nell’efficienza del sistema giudiziario” dove “il numero di cause pendenti civili sta diminuendo in maniera costante”.

Sebbene queste restino nel loro complesso le terze più numerose tra i Paesi Ue per cui le cifre sono disponibili, queste sono comunque in calo passando dalle 8,1 in primo grado per 100 abitanti del 2010 alle 7,4 del 2014. Stesso discorso per i tempi.

“Il tempo necessario a risolvere le cause civili è diminuito dal 2014” ma, sottolinea la commissaria, “rimane uno dei più lunghi tra gli Stati membri”. Penultimi dietro Malta, il trend si è però invertito con 532 giorni in meda in prima istanza del 2014 contro i 590 del 2012.

In ogni caso, anche se molto resta ancora da fare, l’intesa sulla giustizia Roma-Bruxelles sembra buona. “Ho contatti molto intensi con il ministro della giustizia Orlando”, ha assicurato la commissaria Jourova, “e so quanto sia determinato nel realizzare le riforme nonché nel conseguire buoni risultati nel funzionamento del sistema giudiziario, oltre che a migliorarne la percezione da parte dei cittadini e delle imprese”.

(di Lucia Sali/ANSA)

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