Referendum trivelle, urne chiuse per i connazionali all’estero

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CARACAS – Il dado è tratto. Per i residenti all’estero, il referendum abrogativo sulla durata delle trivellazioni in mare si è concluso giovedì scorso. Quindi, anche per i connazionali residenti in Venezuela le urne sono ormai chiuse. I residenti nella Madrepatria, invece, voteranno domani.

All’estero, i connazionali che avrebbero dovuto ricevere il loro plico per esprimersi in questo referendum abrogativo, sono stati 3 milioni 898 mila 778 di cui 2 milioni 29 mila 303 uomini e un milione 869 mila 475 donne. In questa occasione, hanno potuto votare con la stessa modalità anche i connazionali temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, di studio o di cure mediche e i loro accompagnanti e familiari, sempre se a suo tempo hanno presentato l’opzione di voto.
In Italia, domani, voteranno 46 milioni 887 mila 562 elettori, ripartiti in 8 mila Comuni e nelle 65 mila sezioni elettorali distribuite sul territorio nazionale.

Il quesito del referendum, com’è noto, riguarda la durata delle trivellazioni in mare. E l’elettore deve esprimere il suo parere positivo o negativo sull’abrogazione parziale di una norma contenuta nella legge di stabilità 2016. Votando “sì” si richiede l’abrogazione della norma limitando di fatto l’estrazione di gas e petrolio, entro le 12 miglia dalla costa italiana, al temine di scadenza delle attuali concessioni e non fino all’esaurimento dei giacimenti come previsto dalla Legge.

In Venezuela, com’è già accaduto in occasione di altri referendum ed elezioni politiche, sono stati tanti, tantissimi i connazionali che non hanno ricevuto il plico. A tale proposito, e per avere maggiori informazioni abbiamo chiesto al nostro Consolato Generale di Caracas quanti sono in Venezuela gli elettori con diritto al voto, quanti plichi sono stati inviati, quanti sono stati effettivamente consegnati e quali courier sono stati contrattati a tale scopo.

La Console Carmen Taschini ha risposto che “sulla base delle disposizioni ministeriali in materia, non possiamo purtroppo ancora facilitare i dettagli relativi alle operazioni elettorali, in quanto passibili di influenzare il voto che è ancora in corso. Solo dopo il 17 aprile, quando lo spoglio delle schede elettorali sarà già avvenuto”, si potranno dare maggiori informazioni. Ha comunque sottolineato che “sono state seguite tutte le norme di legge e le istruzioni ministeriali, nonché adottate tutte le misure di sicurezza compatibili con la realtà locale”.

Ha quindi proseguito informando che non era possibile “indicare il numero complessivo degli elettori con diritto al voto, così come non è possibile fornire dati relativi ai plichi inviati (in quanto chiaramente coincidente con il numero degli elettori) né a quelli consegnati effettivamente o al numero di connazionali che hanno richiesto il duplicato”.

Non siamo in grado di fornire, e probabilmente neanche il Consolato oggi lo è, il numero dei plichi consegnati effettivamente ai nostri connazionali né di quelli effettivamente votati. Siamo invece in grado di fornire il numero dei connazionali aventi diritto al voto.

Stando all’Annuario Statistico 2015 del Ministero degli Esteri, e i numeri specialmente nel caso del Venezuela non avrebbero dovuto soffrire grosse variazioni, nelle Americhe i votanti sono 2 milioni 136 mila 590. Di questi, 1 milione 708mila 608 in America Latina (Uruguay, 110.017; Perù, 34.426; Ecuador, 19282; Colombia, 20.020; Cile, 63.293; Brasile, 431.847; Bolivia, 3.653; Argentina, 868.265; Paraguay, 11.169).

In Venezuela, i cittadini residenti iscritti all’aire, e quindi con diritto al voto, sono 142 mila 636, stando sempre all’Annuario 2015 del Mae. Di questi, 61 mila 270 sono donne e 61 mila 741 uomini. Inoltre, i residenti nella Circoscrizione Consolare di Maracaibo sono 19 mila625 mentre quelli residente nella Circoscrizione Consolare di Caracas, 123 mila 11.

Il Consolato ha precisato che per la consegna dei plichi elettorali è stato “stipulato un apposito atto di cottimo con MRW (per gli stati di Bolivar e Aragua) e DHL/ZOOM (per tutto il resto del territorio nazionale).

Alla domanda su quali azioni ha promosso il Consolato per invitare gli elettori a votare e per spiegare il significato del referendum, il nostro Consolato ha risposto che, nei Programmi “Italia canta” e “L’ora internazionale” di “Radio Tropical”, è stata “fatta trasmettere una comunicazione dal 28 marzo fino al 14 aprile tutti i giorni (eccetto il martedì), comunicazione che recitava quanto esposto nel comunicato informativo qui pervenuto da Roma”.

Con riferimento alla stampa nazionale, ci è stato riferito, che “è stato pubblicato il comunicato informativo sul referendum sull’ ‘Universal’ e sul ‘Nacional’ (scelti per la loro ampia copertura) tutti i fine settimana dal 20 marzo al 10 aprile compreso. Inoltre, il referendum è stato promosso “sulla pagina web di ‘Abruzzo 24 ore’, giornale online” alla quale è stata anche rilasciata un’intervista “per spiegare le modalità di voto, nonché sulla edizione mensile della rivista ‘Incontri’”. Anche il nostro Giornale ha contribuito a divulgare le modalità del voto e l’importanza del referendum attraverso un avviso pubblicitario pubblicato tutti i giorni a titolo completamente gratuito.

Il Consolato ha anche informato che “ogni novità è stata regolarmente comunicata” attraverso il suo sito web e quello dei Consolati Onorari, “nonché tramite periodiche e-mail (recanti le novità) indirizzate ai rappresentanti dei Comites, all’Ambasciata, all’Istituto di Cultura, agli Istituti italiani (quale l’ICE), ai Consolati Onorari e alla Stampa”.

La Console Carmen Taschini ha anche riferito che sono state tenute “diverse riunioni nel corso di marzo ed aprile, durante le quali sono state spiegate non solo le modalità di voto, ma anche il significato del referendum: negli incontri del 9 marzo con i rappresentanti del Comites e del 16 marzo con i Consoli Onorari, il Console Generale ha avuto l’occasione di ricordare a tutti la data del referendum e le tempistiche di invio dei plichi elettorali, ribadendo la normativa ministeriale al riguardo”.

Ha quindi sottolineato che Il 12 marzo lei stessa ha partecipato “all’ ‘Incontro Nazionale Giovanile Italo-Venezuelano’, dove – in apertura – ho sollevato l’importanza dell’appuntamento elettorale in questione”. Infine, “nella sua recente visita alla collettività a Maracay e Valencia (settimana del 28 marzo-1° aprile), il Console Generale ha avuto l’opportunità di spiegare ulteriormente ai connazionali (che avevano già ricevuto le schede elettorali) le specifiche operazioni di voto e per cosa si vota”.

Alle consultazioni referendarie del 2011 votarono 761 connazionali residenti all’estero pari al 23 per cento dell’allora corpo elettorale che si stimava in 3 milioni 300 mila 496 cittadini. Alle politiche del 2013, invece, la percentuale dei votanti all’estero fu del 30 per cento.

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