Renzi: Pensioni minime? Per ora non prendo impegni

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente del Senato Pietro Grasso, all'altare della Patria per il 25 aprile. 25 aprile 2016 ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente del Senato Pietro Grasso, all'altare della Patria per il 25 aprile. 25 aprile 2016  ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente del Senato Pietro Grasso, all’altare della Patria per il 25 aprile. 25 aprile 2016
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Iniziano ad arrivare le prime delle 150.000 buste arancioni inviate dall’Inps per informare gli italiani su quando andranno in pensione e soprattutto con quanto. Il dibattito sul sistema previdenziale continua intanto ad essere centrale e Matteo Renzi, sollecitato da una cittadina durante i festeggiamenti del 25 Aprile, spiega che al momento non prende impegni sull’aumento delle minime. Questo anche se lo stesso premier aveva anticipato l’intenzione di destinare il bonus di 80 euro proprio ai pensionati.

Una signora pisana, prima dell’inizio della cerimonia all’Altare della Patria ha fermato il premier (che si è ricordato di averla vista anche l’anno scorso nella stessa occasione) e gli ha raccontato che suo figlio dopo qualche anno di precariato è stato finalmente assunto a Volterra “come aveva detto lei”. “Quindi è finita bene”, ha commentato il premier. E la signora: “Sì ma ora mi raccomando con le pensioni minime”. Renzi ha risposto sorridendo: “Ah, hai visto la signora, visto che è andata bene l’altr’anno…Va bene, ma su questo ancora non prendo l’impegno”.

Nonostante i toni scherzosi il tema è comunque sul tavolo con il governo che cerca risorse per coprire eventualmente la misura. Il tutto con i sindacati che premono in questo momento per trovare anche soluzioni per consentire al sistema pensionistico una maggior flessibilità in uscita.

In particolare Annamaria Furlan spiega che bisogna intervenire, al di là degli annunci, “perché abbiamo una legge pensionistica iniqua che tiene inchiodati ai posti di lavoro i padri e i nonni, quando nelle famiglie ci sono giovani disoccupati”.

Intanto l’Inps fa i calcoli: 150mila italiani inizieranno a trovare nella buca delle lettere l’ormai nota busta arancione e a scoprire quindi tra quanti anni potranno lasciare il lavoro e soprattutto su quanto potranno contare come assegno mensile.

Magari non tutti saranno felici di scoprire che, ad esempio, la loro anzianità non sarà rosa e fiori. Ma l’Inps punta proprio a rendere tutti edotti della propria situazione finanziaria futura. Quindi magari qualcuno potrebbe decidere di integrare con una pensione privata.

L’annuncio delle prime spedizioni è stato confermato nei giorni scorsi proprio dall’istituto guidato da Tito Boeri in un tweet in cui appunto si annunciava l’avvio delle spedizione delle prime 150mila lettere con la simulazione standard dell’assegno futuro e data di uscita.

Le buste, spiegavano dall’Istituto, saranno inviate su tutto il territorio nazionale, senza Regioni o Comuni pilota, per rendere il più capillare possibile la loro diffusione. Sempre dall’Inps spiegavano che per la consegna della gran parte di questo primo pacchetto bisognerà aspettare appunto i giorni successivi al weekend del 25 aprile.

L’invio delle buste sarà casuale relativamente all’età e alla professione dei destinatari. Ovviamente, le spedizioni sono dirette solo a quanti non sono digitalizzati, cioè muniti del pin dell’Inps o dello Spid, la password unica che permette l’accesso online ai diversi servizi della pubblica amministrazione.

All’interno, chi riceverà la busta, troverà una lettera di tre pagine, con la storia contributiva (e il consiglio a controllare l’estratto conto), la previsione della data di uscita, l’importo dell’assegno e del rapporto tra busta paga e quanto si avrà in tasca una volta a riposo. L’obiettivo dichiarato è rendere consapevoli e quindi vigili i cittadini.

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