Pensioni: non ci saranno modifiche sulla reversibilità

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ROMA. – Passo indietro ufficiale del Governo sulla possibilità di intervenire sulle pensioni di reversibilità e le integrazioni al minimo con il ddl sul contrasto alla povertà all’esame del Parlamento. Il ministro del Lavoro con una nota ha confermato l’intenzione del Governo di presentare un emendamento al provvedimento per chiarire che non ci saranno modifiche all’attuale normativa sugli assegni di reversibilità dopo le preoccupazioni emerse al momento dell’approvazione del disegno di legge.

Il testo sul riordino degli strumenti di contrasto alla povertà infatti includeva anche le “prestazioni previdenziali sottoposte alla prova dei mezzi” tra le quali rientrano anche le pensioni di reversibilità (la percentuale dell’assegno si riduce a seconda dei redditi del coniuge superstite) e le pensioni integrate al minimo.

“Non è previsto – ha scritto il ministero in una nota – nessun intervento di razionalizzazione delle prestazioni di natura previdenziale, a partire dalle pensioni di reversibilità. Il Governo ha predisposto uno specifico emendamento al disegno di legge delega contenente norme relative al contrasto della povertà, che ha iniziato l’iter parlamentare nelle commissioni riunite Lavoro e Affari Sociali della Camera”.

L’emendamento che verrà presentato dopo la conclusione del ciclo di audizioni sul provvedimento propone la soppressione del riferimento alla razionalizzazione “di altre prestazioni anche di natura previdenziale, sottoposte alla prova dei mezzi”.

In questo modo – spiega il ministero del Lavoro – “si esclude, in maniera assoluta, qualsiasi tipo di intervento su prestazioni quali le pensioni di reversibilità e le integrazioni al minimo”. Nei giorni scorsi il ministro Poletti aveva annunciato l’emendamento spiegando che “ciò che è assistenza è dentro il ddl povertà e ciò che è previdenza è fuori” e parlato di “errore tecnico” per l’utilizzo della parola previdenziale anche nel Def con la crescita dell’allarme tra i pensionati.

“Bene – ha affermato lo Spi-Cgil – il dietrofront del Governo sulle pensioni di reversibilità. Per due mesi abbiamo chiesto lo stralcio di quella norma dal ddl Povertà e per due mesi ci è stato ripetuto che ci stavamo sbagliando. Evidentemente non era così”.

Il ddl quindi interverrà sulle prestazioni solamente assistenziali come la pensione sociale (per gli anziani privi di reddito), la Sia (il sostegno all’inclusione attiva) e l’Asdi, l’assegno di disoccupazione che possono chiedere coloro che hanno esaurito la Naspi, sono ancora disoccupati e hanno un basso Isee.

Il riordino riguarderà sarà solo le nuove prestazioni e non quelle esistenti e su questo il presidente dell’Inps, Tito Boeri nei giorni scorsi ha espresso perplessità dato che la transizione sarebbe troppo lunga.

In Italia, secondo i dati Eurostat sul 2015, ci sono quasi sette milioni di poveri (persone “in gravi privazioni materiali”, il numero più alto in Ue. La percentuale è scesa dall’11,6% all’11,5% a fronte di un calo in Ue dal 9% all’8,2%.

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