Pmi: cresce l’Elite italiana, in Borsa 30 nuove società

Cresce l'Elite di Piazza Affari
Cresce l'Elite di Piazza Affari
Cresce l’Elite di Piazza Affari

MILANO. – Tutto è nato da un’idea “semplice come scoprire l’acqua calda”: far incontrare le piccole e medie imprese con la finanza. Questo è in estrema sintesi il programma Elite di Borsa Italiana, e in questi termini il presidente di Borsa Italiana, Andrea Sironi, ha ha accolto in Borsa le trenta nuove società di Elite.

Dal Piemonte al Veneto, dalla Basilicata alla Puglia, dal Lazio alla Campania, rappresentano – ciascuna a suo modo – il meglio della piccola e media imprenditoria italiana, “quella che sa andare oltre la crisi, che ha un’idea forte e sa interpretare il futuro” ha detto Sironi.

Sono impegnate nei settori più diversi (manifatturiero, alimentare, ristorazione, chimica) “e con l’apporto della finanza – ha sottolineato il responsabile Pmi di Confindustria, Alberto Baban – queste aziende possono ora fare il salto.

Perché hanno già tutte le caratteristiche giuste per crescere in termini significativi”. Per questo, dopo Unicredit, anche nuovi player come Deutsche Bank e Bnl Gruppo BNP Paribas hanno deciso di puntare su Elite: Deutsche Bank punta a creare un gruppo dedicato di aziende da supportare nel loro percorso di crescita, con un focus specifico sul Mid Corporate; BNL-BNP Paribas si concentra invece mette al centro l’innovazione come driver di sviluppo economico e punta su 1.800 tra start up e pmi in Italia, Francia e Belgio, due acceleratori in gestione diretta e due partnership, 40 mln di investimenti in fondi Vebnture Capital.

Elite conta oggi questi numeri: complessivamente, 380 società in 23 Paesi, 32 miliardi di fatturato e 130 mila dipendenti. Solo in Italia nel 2015 il fatturato aggregato è stato pari a 2,8 miliardi (+12% rispetto al 2014) e 12mila dipendenti.

Con Elite entrano in Borsa piccole e medie aziende che credono nell’innovazione e che vanno dal Piemonte alla Puglia. Alcuni esempi: il Gruppo Focchi a Rimini, Irinox a Conegliano, Berto’s a Padova, Egoitaliano a Matera, Fonti di Vinadio a Cuneo, Ferrarini a Reggio Emilia, Ladisa a Bari, Feder a Salerno, Radio Dimensione Suono di Roma.

“Il valore aggiunto di queste imprese è la loro capacità di innovarsi – ha detto Luca Peyrano, responsabile del mercato primario di Borsa Italiana -, mentre il valore aggiunto di Elite è quello di fare sistema”.

Elite è di fatto “una comunità diversificata” di 74 aziende impegnate in oltre 20 Paesi. “In Italia le piccole e medie imprese orientate all’innovazione sono oltre 23 mila – ha aggiunto Baban -. L’idea è di far capire che, con loro, tutto l’ecosistema può crescere perché il loro non è un successo personale, ma di sistema. Queste pmi hanno già tutte le caratteristiche per crescere, Elite consente loro di farlo in modo veloce'”.

E’, in definitiva, un’idea semplice: facilitare l’incontro tra chi il made in Italy lo produce, e chi, esperto di finanza, è pronto ad investirci per portarlo nel mondo.

(di Luciano Clerico/ANSA)

Lascia un commento