La Fontana di Trevi si tinge rosso per i martiri

La Fontana di Trevi si tinge di rosso
La Fontana di Trevi si tinge di rosso
La Fontana di Trevi si tinge di rosso

ROMA. – Un’immagine simbolica e di forte impatto: la Fontana di Trevi a Roma illuminata con fasci di luce rossa per ricordare il sangue dei martiri ancora uccisi a causa della loro fede. L’iniziativa è della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre che si occupa proprio di dare un sostegno alle comunità cristiane in difficoltà.

“I cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato e la loro condizione continua a peggiorare in molti dei Paesi in cui affrontano da tempo gravi limitazioni alla libertà religiosa”, sottolineano da Acs che ogni anno stila un Rapporto sulla libertà religiosa. La fondazione stima che in tutto il mondo siano intorno a 200 milioni i cristiani perseguitati.

E in molte aree le loro condizioni continuano a peggiorare: “In Africa – sottolinea la fondazione -, dove gruppi jihadisti come Boko Haram e al Shabab guadagnano sempre più terreno. In Asia, dove ai fondamentalismi islamico, indù e buddista si unisce la persecuzione perpetrata da regimi totalitari quali quello nordcoreano. Tra gli scenari più tetri, ovviamente quello mediorientale.

In Iraq, dove dal 2002 ad oggi la popolazione è diminuita da un milione a meno di 300mila, con una impressionante media di 60/100mila partenze ogni anno. Se la tendenza continuasse, la comunità cristiana non esisterebbe in soli 5 anni”.

Nel corso della serata, di fronte a Fontana di Trevi, interverrà il vescovo caldeo di Aleppo, monsignor Antoine Audo, in questi giorni in Italia ospite di Acs per testimoniare il dramma dei cristiani di Siria. Anche la Siria rischia oggi di svuotarsi della sua presenza cristiana. Secondo monsignor Audo del milione e mezzo di cristiani che abitavano il Paese prima della guerra, ne rimangono appena 500mila.

Simbolo dell’esodo di fedeli è la città di Aleppo, fino al 2011 roccaforte della cristianità in Siria e casa di 160mila fedeli. Oggi ne sono rimasti appena 40mila. Ma all’evento saranno testimoni anche parenti e amici di persone che hanno testimoniato la loro fede fino a perdere la vita.

“Abbiamo bisogno di segni – ha detto il presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco – e quello di domani, unito alle testimonianze che saranno proposte, sarà un segno altamente evocativo, che spero si imprima nella mente e nel cuore di molti”.

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