Male il fatturato dell’industria, primo calo dell’auto dal 2013

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ROMA. – Marzo gelido per l’industria. Viene a mancare la spinta del settore auto – che vede il primo calo dei ricavi dalla fine del 2013 – e il fatturato delle fabbriche italiane perde il 3,6% rispetto all’anno precedente, negli ultimi dati Istat.

Si tratta della maggiore flessione tendenziale da oltre due anni, e segnali di difficoltà arrivano anche dagli ordinativi e dal commercio estero, su cui pesa la frenata di Brasile, Russia, Cina e paesi Opec.

I dati di marzo indicano una contrazione degli ordini del 3,3% rispetto a febbraio e un lieve incremento (+0,1% nei dati grezzi) sull’anno. La situazione dei fatturati appare più critica, visto che al calo tendenziale si accompagna una flessione anche sul mese dell’1,6%.

La sofferenza risulta maggiore per il mercato interno che per quello estero e le flessioni congiunturali sono diffuse a tutti i comparti tranne l’energia, a partire dai beni strumentali e dai beni intermedi.

I segni meno affossano soprattutto l’attività estrattiva (-36,5% nell’anno), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e le industrie tessili e di abbigliamento. Mostrano una certa vivacità, intanto, la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+6,5% nell’anno) e i mezzi di trasporto (+5,1%) nonostante la frenata degli autoveicoli.

I ricavi dell’industria dell’auto, che finora ha trainato la ripresa, registrano infatti a marzo una contrazione del 6,5%.

Nella media dei primi tre mesi dell’anno, il bilancio del settore resta comunque positivo con una crescita del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Sul fronte del commercio estero extra Ue, arriva una buona notizia dalla bilancia commerciale che, grazie al calo delle quotazioni del petrolio, vede ad aprile una crescita del surplus dai 2,4 miliardi dello scorso anno a 3,6 miliardi. Questo risultato deriva da un crollo delle importazioni (-13% ad aprile nell’anno) superiore a quello delle esportazioni (-3,6%).

I dati congiunturali indicano una situazione specularmente opposta in cui entrambi i flussi sono in espansione e c’è una crescita dell’import (+4,7% sul mese), superiore a quella dell’export (+3,9%). Risultano in aumento in particolare le esportazioni negli Stati Uniti, con un balzo dell’11,7% dovuto a un’importante vendita di navi.

(di Chiara Munafò/ANSA)