G7, la priorità è la crescita. Migranti sfida globale

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ISE-SHIMA. – Il fantasma di una nuova crisi economica va scongiurato: bisogna sostenere la ripresa, con ogni mezzo – monetario, fiscale e strutturale – perché la “crescita è e resta la priorità urgente”. Il G7, preoccupato per una domanda che resta al palo e per lo spettro della Brexit (“un serio rischio”, uno “shock” che invertirebbe il trend), lancia un nuovo forte messaggio invitando i partner, senza perdere la bussola sul controllo del debito, a spingere su politiche espansive, usando la leva degli investimenti pubblici, anche in chiave occupazione.

Con un occhio ai timori di una deriva populista, rinfocolata anche dal risultato del recente voto austriaco, i leader invitano così a “politiche appropriate”, superando lo schema della sola austerity.

Parole messe nero su bianco che segnano un punto a favore dell’Italia, che della flessibilità ha fatto da tempo il suo cavallo di battaglia rinviando al mittente – Germania in prima linea – ogni richiesta di proseguire solo sul fronte del rigore.

La sola “politica monetaria” non basta, ribadisce il premier Matteo Renzi. Soddisfatto di aver incassato non solo da molti leader del G7 ma anche e soprattutto da Obama una promozione piena alla sua ricetta. E di aver visto il G7 impegnarsi a condividere anche l’emergenza migranti.

“I migranti e i rifugiati sono una sfida globale che richiede una risposta globale”, sottolineano infatti i Grandi, pronti ad “aumentare l’assistenza globale per sostenere i rifugiati, coloro che li ospitano”, e cooperare con “i partner, soprattutto quelli africani e mediorientali, e con i paesi confinanti di origine e transito”.

Facendo anche un ulteriore passo, in risposta all’appello, il G7 incoraggia poi “l’ammissione temporanea” e i ricollocamenti “per alleviare la pressione dei Paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati”.

Musica per Renzi, che però non si sbilancia nell’ottimismo. Soddisfatto che il suo Migrant Compact abbia ricevuto anche l’appoggio del G7, il premier guarda avanti e chiede dopo “la condivisione, la concretezza”.

Ridimensionando allo stesso tempo l’emergenza con numeri – sottolinea – inferiori a quelli degli anni scorsi. Sul tavolo c’è anche la minaccia del terrorismo, con i leader determinati a tagliare i finanziamenti dei network jihadisti e a lanciare un appello a “non pagare riscatti” per non rimpinguare le casse del terrore, auspicando maggiore coordinamento nello scambio di informazioni, nella sicurezza dei voli e contro i foreign fighters.

Tra Mosca, esclusa dal formato G8 proprio per la crisi Ucraina, e Ise-Shima si gioca poi una battaglia a distanza sulle sanzioni: i leader le confermano – pronti a rinnovarle a giugno, dice il britannico Cameron – ribadendo che la linea rossa resta il rispetto gli accordi di Minsk.

La Russia bolla l’affermazione come ‘assurda’, riaprendo un fronte di tensione tra G7 e un player strategico nelle grandi crisi. Libia e Siria in primo piano, di cui i Grandi ovviamente parlano, riconfermando il pieno appoggio a Serraj e l’invito alle parti a riconoscerne la legittimità.

Sulla questione siriana viene ribadita invece l’esigenza della tenuta del cessate il fuoco, in particolare ad Aleppo. E si affrontano anche le crisi asiatiche, lanciando un monito alla Corea del Nord affinché cessino test nucleari e lanci di missili balistici.

Senza dimenticare di esprimere preoccupazioni per le tensioni nel mar della Cina, dove si invita ad una soluzione pacifica delle dispute. S

ul G7 di Ise-shima, seguito dalla storica visita di Obama a Hiroshima, cala il sipario. Il vertice tornerà a riunirsi tra un anno in Sicilia, probabilmente a Taormina, per un’edizione in cui Renzi ha in mente di imprimere un ‘segno italiano’ fatto di “sogno e concretezza”.

All’insegna della coesione, è l’auspicio del premier: “Spero che le piccole polemiche di politica interna cedano il passo a una discussione serrata e accesa sulle grandi sfide. L’Italia ha recuperato forza e credibilità e ora che prenderemo la presidenza del G7 dobbiamo fare uno sforzo unitario, tutti insieme, per rilanciare le nostre proposte”.

(dell’inviato Marina Perna/ANSA)

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