ROMA. – L’Italia è migliore di come studi e statistiche la dipingono. Lo è nella pubblica amministrazione, teatro spesso di best practice assolute, e lo è anche nella produttività, nonostante numeri e dati in circolazione dimostrino il contrario.
Pier Carlo Padoan difende l’immagine del nostro Paese e lo fa in occasione dei 40 anni della Sogei, società che della p.a. è appunto uno dei fiori all’occhiello. Inizia con una battuta, ricordando la serrata trattativa con l’Ue sui conti pubblici: “la parola chiave di questi mesi non è tanto flessibilità ma produttività”.
Ma poi puntualizza: “Il problema è che è molto sottostimata. Non riusciamo a misurarla bene. Stiamo andando meglio di quanto ci dicono certe statistiche”. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat ma anche dalla Confindustria in occasione del debutto di Vincenzo Boccia, disegnano un quadro che forse non ha del tutto convinto Via XX Settembre.
Dal 2000 ad oggi, secondo le statistiche diffuse all’assemblea degli industriali, la produttività dell’intera economia è salita dell’1% contro il 17% dei nostri maggiori partner europei. E nel manifatturiero la forbice aumenta ancora di più: +17% in Italia contro il +34% in Germania e Spagna, +43% in Gran Bretagna e +50% in Francia.
Secondo invece quanto pubblicato dall’Istat guardando alla produttività del lavoro nelle prospettive sull’economia italiana, ponendo pari a 100 il livello della produttività nel 2007 (misurata come Pil per ora lavorata), l’Italia nel 2015 mostra addirittura un arretramento, con un valore lievemente inferiore a tale soglia.
Al contrario i principali paesi europei, e in generale l’area euro, dopo la contrazione registrata nel 2009, sono tornati a una dinamica positiva. “La mancata crescita della produttività del lavoro – chiosa l’Istat – è una delle caratteristiche strutturali dell’economia italiana, e la caduta degli investimenti ha determinato un significativo peggioramento del contributo del capitale alla crescita”.
Ma per Padoan non è evidentemente così e non è nemmeno così come la descrivono la p.a. italiana. Anzi. “La nostra pubblica amministrazione è una fonte fantastica di dinamismo e progresso e questo va esattamente contro il pregiudizio classico”.
Quello che si fa in posti come la Sogei, “non solo migliora la pubblica amministrazione e i servizi offerti ai cittadini, ma la società nel suo complesso”. Dopo le prospettive positive di modifica del calcolo dell’output gap delineate ieri dal ministro, oggi arriva intanto una nuova precisazione da parte di Bruxelles.
“La questione è in discussione nel gruppo di lavoro” ad hoc, ha chiarito la portavoce dei commissari all’economia, Annika Breidthardt, spiegando che la valutazione è ancora in corso.