Comunali: M5s esulta. Renzi, Pd ha problemi ma non è voto nazionale

Il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa nella sede del Partito Democratico sui risultati delle elezioni amministrative comunali, Roma, 06 giugno 2016. ANSA/ANGELO CARCONI
Il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa nella sede del Partito Democratico sui risultati delle elezioni amministrative comunali, Roma, 06 giugno 2016. ANSA/ANGELO CARCONI
Il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa nella sede del Partito Democratico sui risultati delle elezioni amministrative comunali, Roma, 06 giugno 2016. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Matteo Renzi “non soddisfatto” dalla performance del suo Pd, escluso dal ballottaggio a Napoli. Beppe Grillo e i suoi galvanizzati dal “risultato storico” della valanga di voti di Roma e Torino. Il centrodestra alle prese con le sue divisioni ma rincuorato dal testa a testa tra Sala e Parisi a Milano.

E’ questa la fotografia “tripolare” che emerge dal primo turno delle amministrative nelle principali città d’Italia. Il Pd è in vantaggio a Milano (di misura), Torino e Bologna. Il M5s è avanti di dieci punti a Roma. E Luigi De Magistris guida verso la vittoria la sinistra anti-Pd a Napoli.

Al termine della lunga notte elettorale, i verdetti consegnano ballottaggi a schema ‘variabile’. La M5s Virginia Raggi si piazza avanti di dieci punti sul Dem Roberto Giachetti (35,2% contro 24,9%). Ma è Milano “l’osservata speciale” per i bilanci finali: è sfida alla pari tra il centrosinistra di Beppe Sala (41,69%) e il centrodestra di Stefano Parisi (40,77%).

A Torino Piero Fassino (41,83%) si deve guardare dall’exploit della M5s Chiara Appendino (30,92%). A Bologna l’uscente Virginio Merola (39,46%) se la vedrà con il centrodestra di Lucia Borgonzoni (22,27%). A Napoli è di nuovo sfida tra l’arancione Luigi De Magistris (42,82%) e la destra di Gianni Lettieri (23,98%).

A Cagliari Massimo Zedda (50,86%) fa vincere il centrosinistra unito al primo turno. A Trieste l’uscente Pd Roberto Cosolini (29,22%) insegue Roberto Dipiazza, FI (40,81%). Ancora 15 giorni, dunque, per un bilancio definitivo.

Al ballottaggio, avverte Renzi, si rimette la palla al centro e “tutto può accadere”: il Pd, che nella prima tornata nelle grandi città ha arrancato, “se la gioca a testa alta”. Ma non è affatto contento il premier. E lo dice, in conferenza stampa al Nazareno: “Non è una debacle, il Pd si conferma primo partito ma vogliamo di più: non sono soddisfatto. Il Pd ha dei problemi e li affronteremo”, dichiara, annunciando che commissarierà il partito a Napoli, dove Valeria Valente non è arrivata neanche al ballottaggio.

Il premier invita però a non leggere i risultati in chiave nazionale, assicura di non temere ripercussioni sul referendum costituzionale di ottobre (“Sono partite diverse”) e fa notare che neanche gli altri partiti possono gridare vittoria. I risultati, osserva, sono “a macchia di leopardo”: il M5s fa “molto bene” a Roma e Torino ma non sfonda a Bologna, la Lega “crolla” mentre FI dimostra di “esistere”.

Ma la lettura di Renzi viene respinta da Beppe Grillo, che dedica il risultato “storico” al ricordo di Gianroberto Casaleggio. Il M5s, che non brilla a Milano e Bologna, vanta 4 sindaci eletti e il ballottaggio in 20 Comuni, mentre “il Pd sta scomparendo e Fi è quasi al ridicolo”.

Laddove non sono al ballottaggio i grillini fanno sapere che non daranno indicazione di voto per altri partiti: “Ha vinto la rivoluzione gentile M5s, a Renzi un ‘ciaone’ dai cittadini”, gongola Luigi Di Maio. E se Angelino Alfano festeggia il fatto che “i moderati” siano sopra la “soglia di sbarramento” dell’Italicum, Matteo Salvini parla di un risultato “incredibile” della Lega e di un Renzi “stra-indebolito”.

FI rivendica il ruolo di primo partito di centrodestra ma tace Silvio Berlusconi e fa solo sapere che a Roma voterà scheda bianca: FI tra Giachetti e Raggi non sceglierà. Non farà endorsement neanche Giorgia Meloni, che con il suo 20,6% è di poco fuori dal ballottaggio e accusa il Cavaliere di aver aiutato il Pd, con il suo sostegno ad Alfio Marchini.

Dopo le amministrative, annuncia Salvini, ci sarà da lavorare a una “nuova coalizione” di centrodestra. Ma ora tutti uniti a sostenere a Milano Parisi, che rivendica di aver “parato il rigore” del favorito Sala, e ora spera di farcela.

I Dem Piero Fassino e Virginio Merola e Roberto Giachetti dichiarano che non faranno apparentamenti al ballottaggio e punteranno ad allargare il loro bacino di voti. Ma nella capitale un’agguerrita Raggi dichiara che non ce ne sarà per nessuno e il M5s completerà “ciò che ha iniziato”, conquistando una vittoria assai significativa.

E mentre la sinistra extra-Pd soffre dove correva da sola (Torino e Roma) da Napoli De Magistris si candida a fare l’anti-Renzi: “Siamo un nuovo soggetto politico nazionale e internazionale”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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