Renzi accusa il colpo, ora il Pd teme l’alleanza Lega-M5S

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ROMA. – Dal rigore, che Matteo Renzi invitava Beppe Sala a tirare a Milano, al ‘biscotto’, ovvero la ‘Santa Alleanza’ tra Lega e M5S per togliere Roma e Milano a Matteo Renzi. La metafora, ai piani alti del Nazareno, resta calcistica ma l’atmosfera è ben altra: il primo turno delle comunali, su cui nessuno alla vigilia nutriva in realtà grandi aspettative, sono andate, nelle grandi città, peggio del previsto.

E se è vero che, come ripete il premier ai suoi, “ora si riparte da zero”, sono molti i timori che, senza dichiararlo, gli avversari del governo si coalizzino per indebolire il governo in vista del referendum di ottobre.

Il risveglio, dopo una notte di incertezze, non è stato più dolce al Nazareno e a Palazzo Chigi: è vero che Roberto Giachetti è riuscito ad arrivare al ballottaggio, un “mezzo miracolo”, ammette Renzi visto che nella capitale il voto di protesta contro il Pd c’è stato eccome.

Ma il gap con la Raggi è enorme ed i risultati finali a Milano, Torino e a Bologna sono stati inferiori alle attese della vigilia. “A Sala sono mancati almeno 2-3 punti”, spiegano i dirigenti dem alludendo a quella soglia psicologica che avrebbe permesso al candidato dem di affrontare il secondo turno senza sentire sul collo il fiato di Stefano Parisi.

Ora sulla ‘finale’ sotto il Duomo sono tutti molto cauti: big e dirigenti si spenderanno per due settimane a sostegno dell’ex Mister Expo ma c’è consapevolezza che i margini per allargare i consensi sono pochi “mentre dopo che Salvini ha detto che a Roma, senza la Meloni, al ballottaggio voterebbe Raggi, è immaginabile che i grillini ricambino il favore” a Milano con l’unico scopo di colpire Renzi.

Per questo il leader dem non ha ancora deciso, proprio per evitare di dare valore nazionale alle comunali, se spendersi con energia sotto il Duomo o sostenere, ma a distanza di sicurezza, Sala.

La minoranza intanto affila le armi in attesa dell’esito dei ballottaggi. Gianni Cuperlo, come già fatto nelle ultime direzione, parla di fuga dell’elettorato dem, Roberto Speranza denuncia il calo dei democrats nei quartieri periferici. Ed entrambi puntano l’indice contro il segretario, reo di non occuparsi del partito. E di stringere alleanze “improprie” con Denis Verdini che poi neanche paga alle urne.

Ma i risultati deludenti di Ala a Napoli come a Cosenza dimostra ai renziani un’altra cosa: “Proprio i dati di Verdini e della sinistra dimostrano che l’Italicum non si cambia perchè il voto alla coalizione non serve”.

E chi si attende che Renzi, davanti ai risultati deludenti delle comunali, cambi atteggiamento verso la minoranza e la sinistra sbaglia. “Loro vogliono solo azzopparlo – spiegano al Nazareno – vadano pure avanti ma pure se al referendum riuscissero nella spallata dove vanno?”.

Perchè la battaglia finale resta per il premier l’appuntamento di ottobre. E la convinzione è che, al netto dei big dei partiti, i cittadini, non solo quelli del Pd, non potranno dire no alla riforma. Anche perchè, dopo la parentesi del voto nelle città, Renzi ha messo in cantiere una campagna comunicativa a tappeto che non conoscerà vacanza estiva.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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