Agenzie Onu, 50 mila persone intrappolate a Falluja in Iraq

(ANSA) – ROMA, 8 GIU – Senza cibo, né medicine, né acqua, intrappolati in una città devastata dalla guerra e da due anni in mano all’Isis: è la situazione che stanno vivendo le 50 mila persone (questa la stima), che ora si trovano a Falluja in Iraq, e che le agenzie dell’Onu non riescono a raggiungere. Funzionari di Unicef, Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Programma Alimentare Mondiale (Pam) e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) sono impegnati in una corsa contro il tempo per offrire assistenza salva-vita alle persone in fuga, e lo scorso 5 giugno sono andati in una serie di campi allestiti per ricevere chi è in fuga dalle violenze sempre più devastanti. Negli ultimi 10 giorni si stima che circa 10 mila persone siano arrivate in queste campi per cercare sicurezza e assistenza. Il governo dell’Iraq ha allestito diversi campi per le 60 mila persone che sono già sfollate nel governatorato di Al-Anbar (dove si trova Falluja). Ma le strutture sono ormai al limite del collasso. Gli abitanti di Falluja sono costretti a vivere sottoposti a violenze durissime e le agenzie umanitarie non sono riusciti a raggiungerli per circa un anno. I funzionari Onu hanno trovato le persone rifugiate in tende o raggruppate in qualsiasi posto all’ombra per sfuggire al calore e alla sabbia. Molti sono fuggiti solo con i vestiti che avevano indosso e diverse famiglie sono rimaste separate. L’Onu e i suoi partner stanno cercando di fornire acqua potabile, cibo, assistenza igienica, senza contare che la sicurezza è un problema, con la linea del fronte a pochi chilometri dai campi. Il conflitto, secondo l’Onu, è destinato a inasprirsi e ci saranno più persone in fuga. A causa delle violenze crescenti negli ultimi due anni, 3,4 milioni di persone sono ora sfollate in tutto l’Iraq, la metà dei quali bambini. Più di 10 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria salvavita, e servono fondi, rileva l’Onu, almeno 550 milioni di dollari per finanziare il Piano di risposta umanitaria per l’Iraq. (ANSA).