Milizie vicine a centro Sirte, verso scontro finale

scontro finale

IL CAIRO.- Verso la liberazione di Sirte. Pochi chilometri separano oramai i miliziani di Misurata dalla riconquista delle zone centrali della città, divenuta l’anno scorso la roccaforte dello Stato islamico in Libia. Le forze ‘Al-Bonyan Al-Marsous’, i miliziani che sostengono il governo di unità nazionale del premier Fayez Al Sarraj, hanno annunciato progressi nella loro avanzata.

Il Centro informazioni dell’operazione ‘Solida struttura’ per la liberazione della città ha infatti pubblicato una mappa che mostra l’andamento dell’offensiva. I miliziani, riferiscono loro fonti, hanno sottratto ai jihadisti “il campo militare di Taqreft”, prendendone il “controllo totale” e stanno bonificando “l’area per eliminare le mine lasciate da Daesh”.

In mano ai miliziani anche il “campo el Jalett, l’area di Abou Hadi e il ponte al Ghorbyat”, zone usate dai tagliagole del Califfo per le loro terribili esecuzioni pubbliche. Proseguono in queste ore gli “scontri, violenti, nell’area di Zafrana con l’appoggio delle forze dell’aviazione e della Marina”, con inevitabili vittime.

Sarebbero infatti “decine i jihadisti uccisi”, ha riferito il generale Mohammed al-Ghasri, portavoce delle forze libiche fedeli a Sarraj, aggiungendo che “gli ordini sono di bombardare senza pietà le postazioni” del’Isis, con “tutta la forza necessaria e ogni sorta di armi”.

Sangue anche tra le fila dei miliziani – riferisce il sito dell’operazione – con almeno “sei ‘martiri’ uccisi e 27 feriti”.

A testimoniare i progressi appena compiuti anche un video pubblicato sul web che mostra un miliziano che annuncia di essere a “pochi chilometri dal centro di Sirte”. Alle sue spalle alcuni segnali stradali sui quali è scritto “Sirte” e “centro-città”.

La battaglia finale per la ripresa di Sirte – dove nelle ultime settimane oltre 6.000 famiglie sono scappate per sfuggire agli scontri – sembrerebbe dunque essere iniziata.

Intanto in un’intervista a Sky News Arabiya, l’inviato dell’Onu Martin Kobler ha lanciato un nuovo appello all’unità tra i libici, chiedendo che vanga approvato da parte di tutte le realtà locali l’accordo sul governo di unità.

Il diplomatico ha poi toccato il dossier caldo della rivalità fra le forze armate, invocando un “esercito libico unificato che affronti Daesh”.

A Roma, alle commissioni riunite Difesa-Esteri di Camera e Senato, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha affermato che “sul tema migratorio, la Libia non è la Turchia”.

“Non possiamo fare con la Libia quello che è stato fatto in ambito europeo con la Turchia. Non dobbiamo immaginare che vedremo domani mattina motovedette libiche schierate a fermare i migranti. Non scambiamo la Libia con la Turchia, non possiamo fare dei lager in Libia che comunque non sarebbe in grado di gestire il trattenimento” di migliaia di migranti, ha concluso il ministro.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSAmed)

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