Effetto Brexit sulle Borse. L’Europa brucia 174 miliardi

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MILANO.- Come un domino: il referendum sulla Brexit e la riunione della Fed si avvicinano, l’incertezza sale e le Borse scendono. Nell’ultima seduta della settimana non c’è stato nemmeno un listino positivo: in Asia, dove i mercati hanno segnato il maggior calo dal 19 maggio, a Wall Street, e in Europa.

In una sola giornata, le Piazze del Vecchio continente hanno bruciato circa 174 miliardi di euro: a tanto ammonta la capitalizzazione persa dall’indice Stoxx Europe 600, sceso del 2,34 per cento.

In vista dei prossimi appuntamenti -compresa anche la riunione della banca centrale del Giappone – gli investitori ‘fuggono’ dagli asset più a rischio e si rifugiano in quelli sicuri. Non a caso, il tasso del bund tedesco ha toccato un ulteriore minimo storico, allo 0,009%. Se in Europa la giornata è andata male (Madrid -2,6%, Francoforte -2,3%, Parigi -2% e Londra -1,7%), in Italia peggio ancora.

Nelle giornate di fibrillazione, Piazza Affari sconta anche il peso del debito e delle difficoltà che sta attraversando il sistema bancario. In più, in questa giornata c’è stata l’attesa del rating di Moody’s, previsto in serata.

Al termine di una seduta con sospensioni a raffica, Milano ha chiuso in perdita del 3,6% a 17.120 punti. Colpevoli della debacle sono i titoli finanziari: l’indice europeo di settore ha perso il 3,1%. A Milano, a parte un titolo della moda ‘intruso’ (Yoox in perdita del 6,5%), la parte bassa del listino è occupata da Unipol (-6,8%), e poi Ubi, Bpm, Mps, tutti in calo del 6,5%. Unicredit (-6,3%) ha chiuso a 2,38 euro, sotto i minimi di giugno 2012.

Ogni giorno che passa, i sondaggi sull’uscita della Gran Bretagna dall’Europa si fanno più contraddittori. Lo scenario delle conseguenze economiche l’ha tracciato Axioma, società specializzata nella definizione di modelli di rischio: con la Brexit, le Borse europee potrebbero perdere circa un quarto del loro valore.

Anche l’attesa della riunione della Fed – in calendario il 14 e 15 giugno – non giova ai mercati. Dopo gli ultimi dati deludenti sulla capacità degli Stati Uniti di creare nuovi posti di lavoro, sono aumentati i dubbi sulla possibilità che la Federal Reserve possa aumentare i tassi di interesse.

Allo scenario di fondo, in giornata si è aggiunto il dato di Bankitalia sulle sofferenze, che ad aprile sono aumentate rispetto a marzo, 198,3 miliardi di euro contro 196, crescendo però meno di quanto avessero fatto nel messo precedente (il tasso sui dodici mesi è stato del 3,5% contro il 3,9 del mese precedente).

Altre variabili le ha introdotte l’Ocse, con le stime – in linea con quelle della Bce – sulla crescita del pil in Eurozona, prevista dell’1,6% nel 2016 e dell’1,7% nel 2017, e la raccomandazione di allentare i vincoli del ‘bail in’ nelle crisi bancarie, per “portare benefici all’economia, in particolare nel settore privato in vista futuri piani di investimento”.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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