Brexit: allarme Fmi e Bce, instabilità e danni alla crescita

Britain's Prime Minister David Cameron addresses members of a World Economic Forum event focusing on Britain's EU referendum in London, Tuesday, May 17, 2016. (ANSA/AP Photo/Frank Augstein, Pool)
Britain's Prime Minister David Cameron addresses members of a World Economic Forum event focusing on Britain's  EU referendum in London, Tuesday, May 17, 2016. (ANSA/AP Photo/Frank Augstein, Pool)
Britain’s Prime Minister David Cameron addresses members of a World Economic Forum event focusing on Britain’s EU referendum in London, Tuesday, May 17, 2016. (ANSA/AP Photo/Frank Augstein, Pool)

LUSSEMBURGO. – La Brexit fa sempre più paura e adesso l’allarme lo attivano, quasi all’unisono, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea. Entrambe le istituzioni avvertono che i rischi per l’economia della zona euro sono alti, soprattutto perché la ripresa non si è ancora consolidata e un’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Ue la indebolirebbe ancora di più.

Senza considerare le ripercussioni politiche: le divisioni e le tensioni emerse con la crisi dei rifugiati sarebbero esacerbate, lasciando crescere incertezza ed euroscetticismo, già ai livelli di allerta.

L’Italia non sarebbe ovviamente immune: anche se non esiste un rischio specifico, spiega il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, “è esposta a questi rischi perché fa parte dell’Europa che è la zona immediatamente più esposta”.

Un pericolo che si riflette già nello spread, salito a 160 punti base per la prima volta da luglio scorso, e nella Borsa di Milano, maglia nera in Europa.

Nella sua analisi annuale sull’Eurozona (Article IV) il Fondo monetario scrive che “la crisi dei rifugiati ha messo in evidenza le divisioni politiche di Eurolandia, che potrebbero aumentare se i controlli ai confini persisteranno, mettendo a rischio la libertà di movimento nel mercato unico”.

La gestione della crisi migratoria ha ampliato “in modo sostanziale” i “rischi politici” nell’area euro. E “un voto a favore della Brexit, o anche un risultato non chiaro, potrebbero esacerbare queste tensioni, contribuendo a un ulteriore euroscetticismo e all’incertezza”. Inoltre, “se gli scambi globali rallentassero, questo potrebbe avere effetti sulla domanda interna”. Con ricadute immediate sulla fragile ripresa della zona euro.

“Servono azioni collettive forti per calmare l’euroscetticismo e rinnovare la fiducia nell’unione monetaria. Senza azioni decise a sostegno della crescita e per rafforzare l’integrazione, l’area euro potrebbe essere soggetta a instabilità e ripetute crisi di fiducia”, è l’analisi senza mezzi termini del Fondo, discussa all’Eurogruppo.

“Non ho mai visto una discussione così appassionata”, ha commentato il direttore del Fmi Christine Lagarde, che però non ha voluto fare ulteriori commenti sul voto britannico. “Per rispetto alla deputata uccisa”, la Lagarde non ha risposto alle domande sul tema, seguita dal presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem.

In ogni caso non era un tema della riunione e il presidente ha escluso che ci si stia preparando a piani di emergenza. Ma a protezione dell’Eurozona resta sempre la Bce, consapevole del rischio Brexit.

Nell’ultimo bollettino lo inserisce tra i “i rischi al ribasso”, assieme “all’andamento dell’economia mondiale e ad altri rischi geopolitici”. La stessa crescita inglese, scrive, “è potenzialmente limitata dall’incertezza circa il referendum”. Anche per questo, “se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato”.

(dell’inviata Chiara De Felice/ANSA)

4 comments

Dopo aver disintegrato la Grecia, ridotto l’economia allo stremo di molti paesi come l’Italia, ma che fanno, minacciano pure?
Penso proprio che sia urgente smantellare quanto prima questo funesto fondo monetario fatto da fraudolenti banche e banchieri.
Quanto prima.

Dall’articolo (22.06.2016): il messaggio di Juncker suona come una vera e propria minaccia. A febbraio il premier David Cameron “ha ottenuto il massimo di quello che poteva avere, e noi abbiamo concesso il massimo di quello che potevamo dare”, dice Juncker.”

No c’è dubbio che questa istituzione denominata UE, in realtà composta da una potente fetta del mondo criminale finanziario di ispirazione e costituzione massonica, si basi su un modello di governo oligarchico intro-continentale, finalizzato a prendere sempre più dominio degli stati, e che per questo non sia controllabile dai singoli governi appartenenti all’Europa, divenendo di fatto pericoloso proprio perché ha in deroga la gestione del potere politico economico degli stessi stati. Motivo per cui si rende necessario il suo smantellamento quanto prima, se non altro per le politiche suicide che stanno indebitando e portando volutamente in default i bilanci degli stati membri, con lo scopo di poterli controllare attraverso il debito sovrano. Vedi il dissolvimento della Grecia fatto da politici corrotti e banche, in intesa proprio con la demagogica istituzione di questa UE, peraltro autoreferenziale e autocelebrativa.

Testuali parole riferite contro una nazione europea, parole che calpestano la sua sovranità e dignità, proferite dal presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker: “Noi abbiamo concesso il massimo”. “NOI ABBIAMO CONCESSO” >> Evidente che si sono innalzati al diritto di concedere o meno. Questa deriva è molto pericolosa perché ora attraverso il meccanismo di stampa del denaro utile al fabbisogno degli Stati, grazie all’organo bancario da loro (UE) controllato (BCE), emettono denaro nostro a prestito, quindi stanziamenti, fondi, con l’intento di produrre un debito nei loro (BCE) confronti, un debito in realtà fittizio, perché i soldi non sono di loro proprietà, ma solamente fabbricati (stampa monetaria). Si capisce che attraverso questa escamotage, l’organizzazione UE-BCE entra con forza nel merito delle politiche fiscali ed economiche interne agli stati che si sono costituiti membri, rei di aver accolto l’ideale confederativo apparentemente presentato come cosa buona, grazie a governi compiacenti e ammanicati alla stessa struttura creditizia europea (BCE), che ebbero occultato il fatto che gli stati avrebbero perso la loro autonomia economica, finanziaria e politica. Questa UE non va bene, non v’è dubbio che debba essere ridimensionata (uscire) e poi smantellata, a favore del ripristino della sovranità degli stati europei in una politica di pace e cooperazione. Questo tipo di governo centrale definito confederale, viene improntato dalle strutture finanziarie ma non dalla società; motivo per cui rimane per la maggior parte un potere occulto e svincolato dal controllo dei cittadini e quindi degli stati europei. La sua struttura verticistica è pensata per essere incontrollabile e inattaccabile grazie al fatto di non aver bisogno del voto dei cittadini europei. Si elegge quindi per delega da organi secondari, eppure impone e dispone di tutti gli strumenti per attuare incontrastata una vera e propria sudditanza nei confronti degli Stati, grazie alle strumentalizzazione delle tasse invocate per far fronte al debito. Faccio notare la frase: “politica del rigore” una frase invocata per richiamare l’impegno da parte dei governi ad assolvere il “prestito, guarda caso, contratto proprio con la BCE e guarda caso per effetto dalla politica imposta dalla UE.

LA GRECIA INSEGNA
La Grecia, in realtà, per la UE-BCE è stata semplicemente un banco di prova.
UE-BCE avevano già scritto tutto con l’apporto del governo interno, che le vicende giudiziarie comprovano fosse corrotto. Ed ora, l’economia greca, è in preda alle scellerate privatizzazioni, quindi distrutta e svenduta definitivamente.
Vogliamo questo anche per gli altri paesi? Se questo vogliamo, è sufficiente delegare la politica degli Stati alla UE, e la stampa di denaro alla BCE.

Dall’articolo (22.06.2016): il messaggio di Juncker suona come una vera e propria minaccia. A febbraio il premier David Cameron “ha ottenuto il massimo di quello che poteva avere, e noi abbiamo concesso il massimo di quello che potevamo dare”, dice Juncker.”

No c’è dubbio che questa istituzione denominata UE, in realtà composta da una potente fetta del mondo finanziario di ispirazione e costituzione massonica, si basi su un modello di governo oligarchico intro-continentale, finalizzato a prendere sempre più dominio degli stati, e che per questo non sia controllabile dai singoli governi appartenenti all’Europa, divenendo di fatto pericoloso proprio perché ha in deroga la gestione del potere politico economico degli stessi stati. Motivo per cui si rende necessario il suo smantellamento quanto prima, se non altro per le politiche suicide che stanno indebitando e portando volutamente in default i bilanci degli stati membri, con lo scopo di poterli controllare attraverso il debito sovrano. Vedi il dissolvimento della Grecia fatto da politici corrotti e banche, in intesa proprio con la demagogica istituzione di questa UE, peraltro autoreferenziale e autocelebrativa.

Testuali parole riferite contro una nazione europea, parole che calpestano la sua sovranità e dignità, proferite dal presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker: “Noi abbiamo concesso il massimo”. “NOI ABBIAMO CONCESSO” >> Evidente che si sono innalzati al diritto di concedere o meno. Questa deriva è molto pericolosa perché ora attraverso il meccanismo di stampa del denaro utile al fabbisogno degli Stati, grazie all’organo bancario da loro (UE) controllato (BCE), emettono denaro nostro a prestito, quindi stanziamenti, fondi, con l’intento di produrre un debito nei loro (BCE) confronti, un debito in realtà fittizio, perché i soldi non sono di loro proprietà, ma solamente fabbricati (stampa monetaria). Si capisce che attraverso questa escamotage, l’organizzazione UE-BCE-FMI entra con forza nel merito delle politiche fiscali ed economiche interne agli stati che si sono costituiti membri, rei di aver accolto l’ideale confederativo apparentemente presentato come cosa buona, grazie a governi compiacenti e ammanicati alla stessa struttura creditizia europea (BCE), che ebbero occultato il fatto che, entrandovi, gli stati, avrebbero perso la loro autonomia economica, finanziaria e politica. Questa UE non va bene, non v’è dubbio che debba essere ridimensionata (uscire) e poi smantellata, a favore del ripristino della sovranità degli stati europei in una politica di pace e cooperazione. Questo tipo di governo centrale definito confederale, viene improntato dalle strutture finanziarie ma non dalla società; motivo per cui rimane per la maggior parte un potere occulto e svincolato dal controllo dei cittadini e quindi degli stati europei. La sua struttura verticistica è pensata per essere incontrollabile e inattaccabile grazie al fatto di non aver bisogno del voto dei cittadini europei. Si elegge quindi per delega da organi secondari, eppure impone e dispone di tutti gli strumenti per attuare incontrastata una vera e propria sudditanza nei confronti degli Stati, grazie alle strumentalizzazione delle tasse invocate per far fronte al debito. Faccio notare la frase: “politica del rigore” una frase invocata per richiamare l’impegno da parte dei governi ad assolvere il “prestito, guarda caso, contratto proprio con la BCE e guarda caso per effetto dalla politica imposta dalla UE.

LA GRECIA INSEGNA
La Grecia, in realtà, per la UE-BCE è stata semplicemente un banco di prova.
UE-BCE avevano già scritto tutto con l’apporto del governo interno, che le vicende giudiziarie comprovano fosse corrotto. Ed ora, l’economia greca, è in preda alle scellerate privatizzazioni, quindi distrutta e svenduta definitivamente.
Vogliamo questo anche per gli altri paesi? Se questo vogliamo, è sufficiente delegare la politica degli Stati alla UE, e la stampa di denaro alla BCE.

Lascia un commento