Italia a San Pietroburgo, contratti per 1,4 miliardi

Italia partner del Forum di San Pietroburgo 2016
Italia partner del Forum di San Pietroburgo 2016
Italia partner del Forum di San Pietroburgo 2016

SAN PIETROBURGO. – “L’Italia è un paese amico, siamo molto felici di averla ospite”. Pausa. “E sulle sanzioni ha una posizione costruttiva”. Il vice premier della Federazione Russa Arkadi Dvorkovich è appena intervenuto all’inaugurazione del padiglione ‘Italia in Russia’ – agorà-vetrina delle imprese italiane che prendono parte al forum economico di San Pietroburgo, l’unico organizzato da un singolo paese alla Davos russa – e prima di dedicarsi ad altri impegni (agenda fittissima) concede due battute ai cronisti.

Già, le sanzioni. Tema ricorrente più del meteo. Eppure, in un contesto non facile, le aziende italiane e quelle russe in questa 3 giorni firmeranno contratti per 1,4 miliardi di euro – soldi veri, con transazioni in via di perfezionamento.

“Gli accordi che stiamo firmando qui dimostrano che l’Italia ha imboccato per il verso giusto la nuova strada, quella del ‘Made with Italy’, e ha ben compreso le opportunità che si aprono, grazie anche alle politiche di import substitution volute da Mosca”, ha detto il presidente di Banca Intesa Russia Antonio Fallico.

“Il ‘Made with Italy’ – ha aggiunto – è il nuovo pilastro per il rafforzamento delle relazioni bilaterali tra l’Italia e la Russia e ciò implica una diversa visione di collaborazione economica che sembra ormai essere stata recepita”.

In tutto sono stati nove i contratti e le lettere di intesa vergati al padiglione ‘Italia in Russia’, organizzato dall’associazione Conoscere Eurasia in partnership con l’ambasciata italiana di Mosca. Altri ne seguiranno. “Sono tanti, non ce lo aspettavamo” ha commentato Dvorkovich. Che poi ha rimarcato come, in virtù di questa amicizia, l’Italia potrebbe avere ottime chance nel round prossimo venturo di “privatizzazioni”.

“Oggi dobbiamo davvero ringraziare gli imprenditori italiani senza i quali questo padiglione non esisterebbe: contiamo su di loro per rafforzare i rapporti italo-russi e spero che la visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi sia d’impulso per aumentare gli investimenti in Russia”, ha sottolineato l’ambasciatore Cesare Ragaglini.

Intanto si iniziano a raccogliere i frutti del lavoro svolto in questi anni difficili in cui l’Italia ha scelto di non isolare la Russia tenendo aperta la linea del dialogo.

Dunque per una Zamperla che firma un contratto con la regione di Stavrapol per la progettazione del parco di divertimenti della zona di Mineralnie Vodi, c’è una Codest che insieme a Tecnimont e Azot punta alla costruzione di un complesso per la produzione di fertilizzanti nella regione di Kemerovo, Siberia Occidentale.

Se tutto andrà a buon fine, si parlando di altri 450-500 milioni di euro da aggiungere nel carniere degli ordini chiusi (che conteggiano gli 1,4 miliardi di euro di cui sopra). “Le sanzioni hanno spinto la Russia verso il percorso della modernizzazione della sua economia: noi siamo pieni di richieste di collaborazione”, dice all’Ansa Claudio de Eccher, patron di Codest. “Finirà che le sanzioni faranno bene alla Russia: di certo fanno male a noi”. Un bel paradosso.

(dell’inviato Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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