Ospedale Fatebenefratelli Roma ‘casa di vita’

(ANSA) – ROMA, 21 GIU – Da oggi l’ospedale Fatebenefratelli di Roma è una “casa di vita” in memoria del salvataggio di ebrei durante le persecuzioni naziste che fu compiuto al suo interno. A patrocinare il riconoscimento è stata la Comunità ebraica di Roma insieme alla Fondazione Museo della Shoah. A svelare la targa apposta oggi sono stati Gabriele Sonnino e Luciana Tedesco sopravvissuti ai rastrellamenti nazisti grazie al rifugio offerto presso l’ospedale. “Quella del Fatebenefratelli con la Comunità ebraica di Roma è una vicinanza non solo geografica” ha detto il presidente della comunità Ruth Dureghello ricordando l’intervento tempestivo dei medici della struttura in occasione dell’attentato alla sinagoga nel 1982. Il 16 ottobre 1943 l’ospedale nascose decine di ebrei scampati al rastrellamento del ghetto. Per loro si inventò una malattia infettiva pericolosa, il Morbo di K, dove K stava ad indicare l’ufficiale tedesco Kappler o il generale Kesselring. Le SS, temendo il contagio, non fecero mai irruzione nel reparto di isolamento.