Euro2016: Conte al bivio dentro o fuori, incognita Candreva

Italy's players in action during the Italian national soccer team's training session at Bernard-Gasset sport center in Montpellier, France , 9 June 2016. Ansa /Daniel Dal Zennaro
Italy's players  in action during the Italian national soccer team's training session at Bernard-Gasset sport center in Montpellier, France , 9 June 2016. Ansa /Daniel Dal Zennaro
Italy’s players in action during the Italian national soccer team’s training session at Bernard-Gasset sport center in Montpellier, France , 9 June 2016. Ansa /Daniel Dal Zennaro

MONTPELLIER (FRANCIA). – E’ tempo dei verdetti definitivi per l’Europeo di Antonio Conte. Lunedì contro la Spagna l’ottavo di finale è la prima sfida da dentro o fuori, e il commissario tecnico che ha riacceso l’entusiasmo del tifo – anche l’ultimo dato tv parla chiaro: quasi 18 milioni per Italia-Irlanda – ha già annusato l’aria.

“Cosa devo dire della Spagna, se non che è fortissima? Ma si gioca in campo, e se poi dovessimo uscire sono gli altri a dover parlare di delusione o no, mi riferisco a quelli che giudicano…”, la risposta piccata dopo il ko di Lille, di fronte alla prospettiva di un’inversione di rotta dell’opinione comune sulla sua nazionale operaia.

“Non dimentichiamo da dove siamo partiti”: è in questa frase ripetuta come un mantra la sintesi dello stato d’animo di Conte e di tutti i suoi, silenziosi sull’aereo di ritorno in ritiro dalla sconfitta con gli irlandesi.

Il ribaltone dei giudizi, dall’esaltazione delle prime due vittorie ai mugugni per la sconfitta a qualificazione in tasca, fino a un eventuale bocciatura in caso di eliminazione contro gli spagnoli, quello sì sarebbe vissuto come una vera e propria pugnalata: al di là di qualche sporadica rivendicazione, vedi Florenzi, dal ct a Buffon la consapevolezza di un tasso tecnico complessivamente non all’altezza è sempre stata esplicita.

E allora questo in sostanza chiedono, tutti gli azzurri: giudicateci per l’impegno, non per il risultato punto e basta. E non è detto che il risultato sia scontato, ha fatto anche notare ieri il ct azzurro. Alla squadra da schierare lunedì a Parigi Conte sta pensando da tempo.

Esattamente dal fischio finale di Italia-Svezia. L’incognita maggiore è Candreva, dubbio non da poco: il centrocampista è uscito dal campo di Tolosa con un infortunio agli adduttori, ha lavorato a parte fino a ieri quando è tornato a lavorare con una parte del gruppo, quella dei giocatori impegnati nella partita contro l’Irlanda e sottoposti a lavoro di scarico.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Per lo staff azzurro, l’esterno della Lazio è ancora in dubbio. Conte si è detto fiducioso, ma sa anche di dover cercare alternative. E qui il discorso si complica. Candreva è unico, nel panorama non variegato dei 23 azzurri, per capacità di copertura, corsa e pericolosità sulla fascia.

L’alternativa Bernardeschi non ha dato garanzia di poter sostituire l’infortunato, anche se c’è da fare i conti con la fisicità degli irlandesi. Paradossalmente, la prestazione dell’altro giorno ha indicato questo a Conte: ci sono giocatori in grado di subentrare, ma dal primo minuto le risposte sono meno rassicuranti.

Così Zaza, pur molto dinamico, ha convinto meno che con la Svezia. Le difficoltà di Immobile sono certificate dai richiami continui (in un paio di casi anche con risposte evidentemente non gradite), così come Sturaro ha fatto arrabbiare non poco Conte.

Insigne invece ha risposto alle richieste, confermando di essere carta di riserva per emergenze: deve averlo capito anche lui, a giudicare da qualche nervosismo finale.

L’ossatura dell’Italia antiSpagna è in ogni caso chiara, visti anche i giorni a disposizione dei titolari per prepararsi. Con Buffon e il terzetto difensivo juventino (tutti e tre sotto diffida, come altri sette azzurri: ma questo è un discorso che riguarda un futuro meno prossimo) si torna al centrocampo originale: Parolo e Giaccherini gran corridori al lato di De Rossi, incoronato da Le Monde e da giornalisti e tifosi irlandesi (“davvero non gioca?”, era il ritornello soddisfatto prima del match).

Così anche Pellè-Eder si riprenderanno la maglia. Restano gli esterni: Darmian, De Sciglio e Florenzi sono in lotta per due maglie, se Candreva non dovesse farcela. A tutti loro in ogni caso Conte prima della Spagna tornerà a chiedere di “dare il 110%,” per non aver rimpianti, per passare o uscire senza se o senza ma. Se poi non sarà compreso, Conte avrà che dire.